13/05/2010, 00.00
THAILANDIA
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Bangkok: l’esercito accerchia le "camicie rosse". La crisi colpisce la borsa

Le autorità preparano l’assalto finale ai dimostranti antigovernativi, che rispondono con toni di sfida. Leader UDD: “combatteremo a mani nude”. Il premier thai ritira la proposta di voto per il 14 novembre e aggiunge: “ritorno alla normalità il prima possibile”. In calo gli indici azionari; timori per il settore del turismo.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità thai preparano la stretta finale contro le “camicie rosse”, i manifestanti anti-governativi asserragliati dal 3 aprile nel distretto finanziario di Bangkok. Il premier Abhisit Vejjajiva ha ritirato la proposta – avanzata nei giorni scorsi – di elezioni anticipate al 14 novembre. Intanto la borsa registra un segno negativo vicino all’1%, mentre aumentano i timori di pesanti ripercussioni sull’industria del turismo.
 
La protesta delle “camicie rosse” – vicine all’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra – si protrae da due mesi, senza che governo e militari abbiano messo in campo azioni di forza per disperdere i manifestanti. Ciò malgrado, dal 10 aprile scorso sono morte 29 persone, circa mille i feriti. L’esecutivo sembra però intenzionato a forzare la mano, dopo le accuse di inefficienza e incapacità nel gestire la situazione rivolte dall’opinione pubblica thai.
 
I negozi sono chiusi e i trasporti pubblici sono interrotti dalle 6 di sera. Veicoli armati dell’esercito hanno circondato i presidi eretti dai manifestanti e sono pronti a usare armi vere. La conferma arriva da Prawut Thavornsiri, portavoce della polizia, che rinnova a residenti e uomini d’affari l’invito a evacuare l’area. I timori di una guerra civile si fanno sempre più concreti, perché alle minacce dell’esercito i dimostranti rispondono con parole di sfida. Weng Tojirakarn, uno dei leader dello United Front for Democracy against Dictatorship (UDD), afferma che “noi vogliamo la pace, ma loro vogliono la guerra”. “Venite avanti – aggiunge in tono di sfida – combatteremo a mani nude”.
 
In un incontro con la stampa, il premier thai Abhisit Vejjajiva annuncia di aver ritirato la “raod map” di pace e riconciliazione offerta nei giorni scorsi alle “camicie rosse”. Essa prevedeva lo scioglimento del Parlamento entro la fine di settembre ed elezioni anticipate il 14 novembre prossimo. “Ho cancellato la data prevista per il voto – ha spiegato il Primo Ministro – perché i dimostranti rifiutano di sgombrare l’area”. Egli ha aggiunto di aver dato ordini perché “i funzionari della sicurezza riportino la situazione alla normalità il prima possibile”.
 
Intanto si fanno sempre più gravi le ripercussioni della crisi politica sull’economia del Paese. Oggi gli indici di borsa hanno registrato un calo dello 0,9%, in contro tendenza rispetto ai rialzi delle altre borse asiatiche. Crescono i timori di pesanti ripercussioni nel settore del turismo, già segnato nelle ultime settimane da una diminuzione nelle prenotazioni. Segno negativo anche per il baht, la moneta locale, che ha perso nei confronti del dollaro. “La situazione politica sta peggiorando – afferma l’analista finanziario Chatchawan Jumruswittayawong alla Bloomberg – e la gente ha paura”.
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