21/08/2015, 00.00
INDONESIA
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Card. Tagle a Jakarta: L’Università cattolica strumento missionario per ricchi e poveri

di Royani Lim
L’arcivescovo di Manila è intervenuto al convegno organizzato dall’Università cattolica Atma Jaya per i 55 anni dalla fondazione. Ai professori ha consigliato di “cercare un incontro personale con gli studenti”, per renderli sensibili al bene comune.

Jakarta (AsiaNews) – Le università cattoliche “devono essere istituti missionari. Esse sono lo strumento evangelico della Chiesa”. Lo ha detto l’arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle, intervenendo a Jakarta al convegno “Ex Corde Ecclesiae Series. Riflessioni sull’istruzione cattolica superiore in Indonesia”, organizzato dall’Università cattolica Atma Jaya, in occasione dei 55 anni dalla fondazione dell’istituto. Tema del convegno la Ex Corde Ecclesiae, Costituzione apostolica – promulgata da Giovanni Paolo II il 15 agosto 1990 – che definisce il compito degli atenei cattolici.

Il presidente di Caritas Internationalis è alla sua prima visita in Indonesia e il 19 agosto scorso ha incontrato i vescovi del Paese. Parlando delle opportunità e delle sfide degli istituti cattolici nel mondo, l’arcivescovo filippino ha sottolineato che essi devono portare la Buona novella a tutti i livelli della società e “non solo alle persone che possono permettersi i costi dell’educazione”.

Rivolgendosi al personale accademico, Tagle ha chiesto: “Qual è il modello di sviluppo che insegnate agli studenti? Che cos’è la crescita se essa non tocca i poveri? Come potete dire di preoccuparvi per i poveri se non condividete con loro lo sviluppo e la crescita?”. Lo stesso cardinale è stato professore universitario da quando aveva 19 anni. Ai “colleghi” ha consigliato di cercare un incontro personale con gli studenti, di non curarsi solo dei risultati accademici ma anche del loro sviluppo culturale e psicologico.

L’arcivescovo ha ripreso alcuni elementi della Laudato Sì: “Il grido della terra giunge insieme a quello dei poveri. Per cui – ha continuato – uno degli obblighi delle università cattoliche è prendersi cura dell’ambiente”. Il cardinale ha proposto come esempio di sobrietà il non gettare via strumenti ancora funzionanti. Indicando il suo orologio da polso, donatogli dal padre alla fine del liceo nel 1973, ha esortato a spezzare il concetto per cui “più cresci più butti via”.

Per l’arcivescovo di Manila la scienza e tecnologia devono essere umili, in ascolto e in contemplazione, per poter imparare dai poveri e dalle popolazioni indigene. Il rapido sviluppo dell’informazione tecnologica, ha osservato, rende gli studenti nativi digitali, mentre i genitori e gli insegnanti sono “migranti digitali”, creando un fossato tra le generazioni. Per questo motivo, le università devono studiare il modo per fare appassionare i giovani al bene comune.

Al convegno hanno partecipato come relatori altre personalità cattoliche del mondo accademico e non. Fra queste, p. Amnuay Yoonprayong, vice presidente dell’Educazione allo sviluppo morale dell’Assumption University di Bangkok, ha parlato del servizio che il suo istituto rende ai buddisti nella capitale thailandese. Dinna Wisnu ha raccontato di come lei, donna cattolica, sia diventata cofondatrice di un’università  islamica a Jakarta.

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