16/12/2005, 00.00
TERRA SANTA
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Chiesa di Gerusalemme: la parola di Dio guida del cristiano

Convegno a 40 anni dal Concilio Vaticano II. Fra i relatori sulla Dei Verbum, il card. Carlo M. Martini: la Bibbia "non è solo un testo che dice qualcosa a qualcuno ma è Qualcuno che parla a chi legge".

Gerusalemme (AsiaNews) – I pellegrini che nei primi secoli si recavano in Terra Santa usavano la Bibbia come "guida": anche oggi, seppure in altro modo, Antico e Nuovo Testamento indicano al cristiano il cammino da seguire. Il perenne valore di tale affermazione, espressa nella costituzione dogmatica Dei Verbum è stato ribadito nel corso della rievocazione dei 40 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II fatta il 14 dalla Chiesa di Gerusalemme, "la madre di tutte le Chiese", sede del primo concilio della storia.

"La centralità della Parola di Dio nella vita della Chiesa" è stato infatti il tema fondamentale, trattato dal cardinale Carlo Maria Martini, del convegno che è stato aperto da mons. Pietro Sambi, delegato e nunzio apostolico, che aveva lanciato l'iniziativa, presenti quasi tutti i rappresentanti della conferenza episcopale o "Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa", oltre a 400 sacerdoti, religiose, religiosi e laici.

"C'è un principio fondamentale del Concilio - ha evidenziato il cardinale Martini, nel "Notre Dame Centre" di Gerusalemme - che afferma come tutta la predicazione e la vita cristiana debbano essere nutrite e regolate dalla Sacra Scrittura". E a questo proposito ha indicato come conseguenza per l'animazione biblica del servizio pastorale la priorità da dare alla lectio divina sia da parte dei religiosi che dei laici: "Si tratta ovviamente di un'esperienza spirituale e orante perché la Bibbia non è solo un testo che dice qualcosa a qualcuno ma è Qualcuno che parla a chi legge e suscita in lui un dialogo di fede e di speranza, di pentimento, di offerta di sé…". La conoscenza della sacra scrittura, il nutrirsi della Parola, ha insistito il cardinal Martini, riferendosi alla sua esperienza durante i 22 anni di ministero pastorale a Milano, è il cammino che deve percorrere il cristiano nella sua quotidianità di vita.

Sul "Vaticano II e la chiesa di Gerusalemme" ha parlato invece il patriarca latino Michel Sabbah, dando una rapida presentazione dei principali ambiti della vita diocesana in cui si è manifestato il rinnovamento conciliare: liturgia, catechesi, dialogo ecumenico e interreligioso, ecc. Egli ha fissato l'attenzione in particolare sull'evento straordinario del Sinodo delle Chiese cattoliche di Terra Santa (1993-2000) che è stato un grande momento di unità ecclesiale, una sosta per ripensare il passato, valutare il presente ma soprattutto per progettare un avvenire nuovo. Il documento finale del Sinodo venne consegnato ai rappresentanti del clero, religiosi e laici da Giovanni Paolo II durante la sua storica visita in Terra Santa nel marzo 2000, e continua a essere il quadro di riferimento della pastorale nelle 4 nazioni della diocesi.

A complemento di questa panoramica "latina", mons. Paul Sayah, arcivescovo maronita di Haifa ed esarca di Gerusalemme, ha presentato una vivace panoramica su cosa abbia apportato il Vaticano II  nella vita delle Chiese cattoliche orientali, soprattutto in Libano, Israele, Palestina e Giordania.

Le relazioni principali sono state alternate da tre brevi comunicazioni.

La "geografia della salvezza", la parola di Dio in rapporto al pellegrinaggio in Terra Santa nel corso dei secoli, è stata esaminata dal francescano padre Frédéric Manns, docente allo SBF, che ha mostrato come nei primi secoli la guida dei pellegrini fosse la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento.

Il domenicano padre Jean-Michel Poffet, direttore della Ecole biblique, ha condiviso una breve riflessione sulla parola di Dio come anima della predicazione: "É una parola creatrice – ha affermato – che semina la vita  e la gioia, consola, raddrizza, rafforza, incoraggia tanto i fedeli quanto il predicatore".

Infine il gesuita padre David Neuhaus (a nome del custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa, indisposto) ha riferito sulle "comunità cattoliche di espressione ebraica in Israele". Esse "per quanto piccole e fragili, cercano di servire come ponti in un tempo di divisioni e di muri, facendo dell'intercessione per la pace, la giustizia e l'unità la loro costante preghiera".

Coordinato dai due presentatori padre Claudio Bottini ofm e don Gianni Caputa sdb, il convegno, come hanno auspicato sia mons. Sambi sia il padre melkita Elias Chakkour, potrebbe avere una "seconda puntata" nella primavera prossima. (GC)

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