17/01/2006, 00.00
Cina
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Cina, le autorità pagano per coprire un omicidio della polizia durante le proteste sociali

I residenti di 7 villaggi della provincia meridionale del Guangdong accusano la famiglia di aver accettato una tangente per mentire sulla morte della figlia 15enne. "Oltre 200 paia di occhi – dice un testimone - possono confermare che è morta per mano della polizia".

Zhongshan (AsiaNews/Scmp) – La famiglia della 15enne picchiata a morte dalla polizia durante le proteste contro la requisizione delle terre di alcuni villaggi del Guangdong avvenuta sabato scorso è accusata dagli abitanti del suo villaggio di aver preso 130 mila yuan (circa 13 mila euro) dalle autorità locali per mentire sulla causa della morte.

Una zia di Feng Meiying – la studentessa del secondo anno di liceo morta nel fine settimana –sostiene che la nipote "non è mai stata sull'autostrada dove ha avuto luogo lo scontro perché molto lontano da casa. E' morta - aggiunge - per problemi cardiaci" e il corpo è stato cremato. Il padre della ragazza, raggiunto telefonicamente da un giornalista del South China Morning Post, ha attaccato immediatamente la cornetta e non ha risposto alle domande.

La ragazza, secondo i manifestanti, sarebbe morta durante gli scontri nati dal mancato risarcimento per i terreni che il governo ha espropriato ai contadini di 7 villaggi della zona: una parte è destinata alla costruzione di un'autostrada, mentre oltre 200 ettari sono stati venduti ad un industriale tessile di Hong Kong.

La protesta è divenuta violenta la notte di sabato 14, quando oltre 2 mila poliziotti hanno attaccato in maniera indiscriminata i circa 20 mila cittadini – fra dimostranti e passanti – che occupavano una grande autostrada. "Abbiamo occupato un'autostrada – dice una donna che ha partecipato alla manifestazione – perché vogliamo attirare l'attenzione dei media su questa ingiustizia".

Gli incidenti si sono ripetuti il giorno dopo, quando a manifestare erano fra le 5 e le 6 mila persone. Secondo la Xinhua, agenzia di stampa governativa, gli scontri sono avvenuti, ma "fra poco più di 100 dimostranti e la polizia, che in ogni caso non ha usato gas lacrimogeno o bastoni elettrici come denunciato dai cittadini". "Nessuno è morto in questo confronto – si legge in una nota – e la polizia non ha usato alcuna arma per disperdere la folla". "Alcuni istigatori di questa violenza – si legge ancora – sono stati arrestati".

I residenti del villaggio Sinfeng, nella municipalità di Sanjiao (dove vive la famiglia Feng), dicono che la verità è un'altra. "Credo che stiano mentendo" afferma un residente che accusa i poliziotti della morte della ragazza. Un altro contadino afferma di aver visto la ragazza lanciare un sasso contro la polizia che stava per caricare la folla ed aggiunge di averla vista di nuovo più tardi, mentre veniva picchiata nei pressi di una camionetta della pubblica sicurezza. "Oltre 200 paia di occhi – sottolinea – possono testimoniare come Meiying è stata uccisa".

Un portavoce del governo locale definisce il tutto "un pettegolezzo" mentre un rappresentante della municipalità conferma la morte della ragazza che però "non è collegata in alcun modo alla protesta".

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