24/03/2011, 00.00
SRI LANKA
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Colombo punta sul turismo, a danno dei pescatori

di Melani Manel Perera
L’obiettivo è rendere lo Sri Lanka una “Meraviglia dell’Asia”. Il settore turistico può far ripartire l’economia del Paese, grazie anche agli impieghi collaterali a esso legati. Ma è necessario tenere conto delle molte comunità di pescatori, la cui sussistenza è messa a rischio proprio da questi nuovi progetti.
Colombo (AsiaNews) – Il governo dello Sri Lanka punta sul turismo per promuovere lo sviluppo economico del Paese e reagire alla crisi economica causata dal lungo conflitto etnico che ha colpito le comunità tamil e singalese. Il progetto è quello di rendere l’isola una “Meraviglia dell’Asia”, come l’ha definita il presidente Mahinda Rajapaksa. Ma se tale piano sembra promettere entrate per miliardi di rupie, c’è chi avverte di non dimenticare i bisogni del popolo, perché non diventi vittima una seconda volta.

AsiaNews ha parlato con Mano Rawatte, srilankese che insegna programmazione negli Stati Uniti. “La scelta di puntare sul settore turistico per far ripartire l’economia del Paese è buona – spiega – ma bisogna tener conto che molte altre nazioni asiatiche lavorano nello stesso settore già da molti anni”. Secondo il docente, i vari progetti lanciati dalle autorità devono essere sfruttati per produrre lavoro e impiegare la manodopera in ambiti diversi da quelli tradizionali (come la pesca e l’agricoltura). “Ho i miei dubbi – aggiunge – che con l’espansione del turismo, l’ambiente possa uscirne protetto se non addirittura migliorato. A meno che non siano applicate regole severe per la salvaguardia delle spiagge, della barriera corallina e in materia di rifiuti”. Infine, Rawatte ricorda il problema della corruzione – un fenomeno comune nel settore turistico – e propone l’apertura di un casinò: “È un modo per guadagnare molti soldi, che poi potranno essere reinvestiti per lo sviluppo di scuole rurali. E bisogna renderli accessibili [i casinò] a tutti, non solo ai turisti. I vizi che già ci sono in Sri Lanka – tossicodipendenza, gioco d’azzardo, turismo sessuale – non peggioreranno per questo”.

Di diverso avviso Herman Kumara, attivista sociale e segretario generale del World Forum for Fisher People, che sottolinea invece come siano in misura maggiore gli effetti negativi di questo sviluppo, rispetto a quelli positivi. Il popolo dello Sri Lanka infatti è per lo più composto da pescatori e agricoltori: portare avanti progetti turistici senza tenere conto di queste realtà è “pericoloso”. “Piani come il Seaplane project – spiega Kumara – danneggiano non solo l’ecosistema marino e costiero di certe zone, ma la vita stessa delle comunità. I pescatori di Kalpitiya, Panama, Arugambay, Nilaweli e Negombo basano la loro sussistenza solo sulla pesca. Privarli di ciò a favore del turismo significa privarli delle loro vite”. Il contestato Seaplane project prevede l’introduzione di idrovolanti per promuovere il turismo in zone difficili da raggiungere. Al momento, è stato bloccato.

Riconoscendo comunque l’importanza del turismo nell’ambito di una più ampia crescita economica, secondo Kumara la soluzione si può trovare nella collaborazione tra governo e cittadini. “Ci aspettiamo che le autorità coinvolgano le singole comunità, in maniera tale da avviare uno sviluppo ‘dal basso’, che dia protezione alle persone, ai loro mezzi di sussistenza e alle loro terre”.
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