24/06/2016, 15.15
ORTODOSSI
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Continuano i lavori del Sinodo panortodosso

di NAT da Polis

Nei prossimi due giorni si discuterà del riconoscimento della Chiesa cattolica come vera Chiesa. Nei giorni scorsi approvati testi sulla missione della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo, sui digiuni, sugli impedimenti ai matrimoni, sulle dichiarazioni di autonomia delle Chiese. Nascono le conferenze episcopali formate da vescovi dei diversi riti e nazioni.

Creta (AsiaNews) - A due giorni dalla conclusione, continuano i lavori del Sinodo  panortodosso presso l’ Accademia Ortodossa di Creta,  un posto bellissimo  “che solo i monaci di qualsiasi confessione sanno scegliere”,  come ci è stato dichiarato  da un rappresentante cattolico.

La diffidenza iniziale – dovuta all’assenza di alcune Chiese - s’ è sciolta  e tutti i delegati  partecipano alle  discussioni guidate con pazienza ed equilibrio dal patriarca ecumenico Bartolomeo .

La funzione di Bartolomeo

Con discrezione, quest’ultimo sprona tutti i presenti a partecipare alle discussioni senza mai rispettare i rigidi canoni del regolamento sulla durata degli interventi. E ha sempre una buona parola per tutti. Si percepisce quanto lo stesso Bartolomeo aveva fatto notare nella sua prolusione iniziale, che l’essenza della Chiesa è sinodale.

Nel ricordare questo tratto, egli ha spiegato, non si ripete “una semplice tradizione canonica che stiamo preservando, ma si afferma una fondamentale verità teologica, applicata dalla Chiesa sin dalla sua origine apostolica”.  Egli ha anche ricordato con amarezza che il IV Sinodo ecumenico aveva giudicato offensivo l’atteggiamento di chi manca di rispetto alla propria firma. L’allusione è alle Chiese assenti, che pure avevano firmato e sottoscritto la loro partecipazione in precedenza.

Ai primi sinodi ecumenici furono affrontate questioni dogmatiche; questo sinodo panortodosso affronta invece tematiche sull’esercizio della fede, su quale sia la risposta della Chiesa ortodossa ai problemi della società contemporanea. 

Il Patriarca Bartolomeo ha sempre sottolineato che “il contributo e la risposta che deve dare il pianeta ortodosso deve essere collegiale e non delle singole Chiese”. Per questo egli ha profuso enormi energie per convocazione questo Sinodo.

“Dobbiamo dimostrare - ha detto Bartolomeo - che siamo una sola Chiesa, pur rispettando le diversità culturali, e non una confederazione di Chiese.  La Chiesa esprime il messaggio salvifico della persona umana, del mondo.

Il teologo Ioannis Zizioulas, metropolita di Pergamo, ha aggiunto che non dobbiamo dimenticare “il senso escatologico della vita della persona umana”.

Le decisioni prese

Fra le tematiche finora discusse vi sono: la missione della Chiesa ortodossa nella società contemporanea; la diaspora; la proclamazione dell’autonomia di una Chiesa; il digiuno; l’impedimento di matrimonio religioso.

Per quanto riguarda la missione della Chiesa nella società contemporanea, con qualche marginale modifica è stato approvato il testo di Chambesy, firmato dai 14 rappresentanti delle Chiese nel gennaio del 2016.

Il testo è molto interessante, anche perché è stato concepito con il contributo di vari pensatori ortodossi non di estrazione clericale.

Anche il testo sulla diaspora, ossia la gestione amministrativa al di fuori dei propri confini nazionali dei fedeli ortodossi sparsi nel mondo a causa della migrazione. Fino ad ora ogni Chiesa nazionale nominava i propri vescovi in ogni singolo Stato estero, per cui in uno Stato estero avviene il paradosso che vi siano diversi vescovi ortodossi di diversa provenienza nazionale. In tal modo la distinzione nazionale viene a prevalere sull’unità confessionale. È il retaggio del cosiddetto filetismo, già condannato dal Sinodo di Costantinopoli del 1872, in cui si produce una confusione tra patriottismo e nazionalismo.

Per questo motivo si è preferito per il momento di lasciare le cose come stanno, ma procedendo a istituire delle conferenze episcopali in ogni singolo Paese estero, presiedute dal rappresentante di Costantinopoli o da uno altro vescovo, rispettando l’ordine dei canoni gerarchici delle Chiese ortodosse.

Per la concessione dell’autonomia ad un Chiesa all’interno di in Paese di tradizione ortodossa, la concessione spetterà d’ ora in poi alla Chiesa di quel Paese, rispettando però i canoni già stabiliti nella tradizione ortodossa.

Sul digiuno si è creata una contrapposizione tra conservatori e progressisti. I primi di estrazione monastica, i secondi con esperienze più pastorali. Alla fine, senza molto ritoccare i testi, è prevalso il tradizionale spirito ortodosso dell’economia ecclesiastica, per cui - senza sfuggire alle regole stabilite – si permette al vescovo di valutare le singolarità congiunturali e concedere delle deroghe.

Lo stesso criterio è stato applicato sulla questione degli impedimenti ai matrimoni. In particolare la questione che riguarda i preti sposati e rimasti vedovi. In linea di principio anche qui rimangono i canoni già esistenti – che vietano il risposarsi - ma anche qui si permetterà al vescovo di valutare, grazie alla sua esperienza pastorale, i singoli casi e concedere delle deroghe.

I rapporti con la Chiesa cattolica

Il tema cruciale dei due prossimi giorni sarà il testo sui rapporti tra mondo ortodosso e Chiesa cattolica.

All‘interno delle Chiese ortodosse vi sono vescovi di varie estrazioni, i quali pensano di essere i successori del vescovo Marco Eugenico di Efeso (1392-1444), il quale era contrario all’ unità tra Roma e Costantinopoli. È probabile che questi creeranno ostacoli al riconoscimento della Chiesa di Roma come vera Chiesa, malgando che le rispettive Chiese partecipino al dialogo ecumenico.

Pur con l’influenza di personaggi di questo tipo, autoreferenziali e timorosi verso le aperture universali della  fede cristiana, c’è comunque la diffusa  sensazione che questo Sinodo panortodosso è l’inizio di una serie di sinodi successivi che verranno programmati e convocati perché vi è la radicata convinzione che solo il dialogo diretto potrà aiutare a superare le posizioni arroccate su considerazioni anacronistiche. Il ghiaccio millenario si è  sciolto.

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