26/05/2016, 11.23
INDIA – ITALIA
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Corte suprema indiana: Salvatore Girone può tornare in Italia subito

Il fuciliere di Marina è bloccato in India da quattro anni. Potrebbe tornare già nei prossimi giorni. I giudici hanno riconosciuto i “motivi umanitari” del suo rientro. Egli è coinvolto nel caso dell’Enrica Lexie, lo scontro che portò alla morte accidentale di due pescatori indiani, scambiati per pirati. Il tribunale ha posto quattro condizioni per il rilascio, pena la revoca e il rientro immediato in India.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Stamattina la Corte suprema indiana ha deciso che il fuciliere di Marina Salvatore Girone può rientrare in Italia subito. Il marò, da quattro anni in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori del Kerala, potrà tornare in patria già nei prossimi giorni. I giudici della sezione estiva del massimo organo giudiziario dell’India hanno quindi accolto l’ordinanza del Tribunale arbitrale dell’Aja, che all’inizio di maggio ha stabilito che entrambi i marò, Girone e Massimiliano Latorre, dovranno trascorrere in patria il periodo dell’arbitrato internazionale.

I giudici P C Pant e D Y Chandrachud hanno riconosciuto i “motivi umanitari” del rientro di Girone. Latorre invece si trova già nel proprio Paese grazie a dei permessi di salute concessi in seguito ad un ictus che lo ha colpito nel 2014 a New Delhi.

Il caso dei due marò da anni contrappone i sistemi giudiziari di India e Italia, in quello che appare più che altro un braccio di ferro tra le due magistrature. Il caso è scoppiato il 15 febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala, quando i due fucilieri del Battaglione San Marco a bordo della petroliera italiana MV Enrica Lexie come guardie di sicurezza, avrebbero sparato contro due pescatori indiani, Valentine Jelastine e Ajesh Binki, scambiando il loro peschereccio per una barca di pirati.

L’iter giudiziario indiano ha subito diverse inversioni e cambi di rotta. Dopo un primo momento in cui il caso era stato assunto da un tribunale del Kerala, nel gennaio 2013 la vicenda è passata nelle mani della Corte suprema, con il compito di stabilire chi – tra India e Italia – ha la giurisdizione del caso (e dunque può processarli per omicidio). Da allora il più alto tribunale del Paese ha rimandato più volte la sentenza, anche a causa della decisione di affidare nuove indagini all’agenzia antiterrorismo, poi ribaltata proprio dalla Corte suprema. Nel 2014 la Corte suprema ha concesso a Massimiliano Latorre di tornare in Italia per un periodo di convalescenza, dopo che il militare era stato colpito da un’ischemia cerebrale. Infine nell’agosto dello scorso anno il Tribunale del mare di Amburgo, primo organo giudiziario nell’iter arbitrale, ha ordinato a Italia e India di sospendere tutti i procedimenti a carico dei due fucilieri, e ha riconosciuto che la decisione finale spetterà solo al Tribunale dell’Aja.

Mentre per la politica il caso sembra tutt’altro che chiuso, per le famiglie delle due vittime la vicenda è da tempo un capitolo chiuso. Dora Jelastine, la vedova di un pescatore, di recente ha dichiarato di “non avere nulla in contrario sul rilascio dei marò. Non insisto che vengano condannati e puniti”.

I giudici indiani hanno posto anche quattro condizioni per il rientro: Girone rimarrà sotto la giurisdizione della Corte suprema indiana; avrà l’obbligo di firma ogni primo mercoledì del mese; non potrà alterare le prove o influenzare i testimoni; il rilascio verrà revocato nel caso in cui siano violate una delle precedenti tre condizioni.

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