24/03/2010, 00.00
SRI LANKA
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Cristiani si interrogano sulle prossime elezioni in Sri Lanka

di Melani Manel Perera
Il Paese si avvicina alle elezioni politiche dell’8 aprile lacerato da dissidi e incertezze. Gruppi cattolici richiamano l’importanza di votare in forza di una diversa e globale visione cristiana della persona come fine e invitano i vari gruppi a collaborare per superare i problemi sociali.

Colombo (AsiaNews) – Circa 7.620 candidati sono pronti a contendersi i seggi nelle elezioni parlamentari del prossimo 8 aprile, mentre continuano le polemiche sulla legittimità della vittoria del presidente Mahinda Rajapaksa nelle elezioni presidenziali del 26 gennaio. I partiti politici d’opposizione si avviano a presentarsi divisi al voto, mentre il partito di governo cerca di cambiare le regole elettorali per “assicurare la governabilità”. La popolazione è sempre più confusa e delusa da questi giochi elettorali. La scorsa settimana il Movimento di solidarietà cristiana (Csm, gruppi di sacerdoti e laici impegnati nel sociale) ha tenuto un incontro presso la Sala congressi del Centro per società e religione per discutere l’attuale situazione politica e la grande responsabilità che hanno i cristiani.

Il Csm invita i cristiani a chiedersi come il voto possa avvenire in concordia con la loro fede e con l’insegnamento di Cristo e ricorda come sia anzitutto importante comprendere l’esatta situazione politica e sociale del Paese. Osserva che il momento storico è importante, per la possibilità di cambiare la politica e la Costituzione.

Madre Beatrice Fernando, delle Suore della Divina Sapienza, spiega ad AsiaNews che “la conversione a Gesù, che io seguo con tutta me stessa, avviene ogni giorno, imitando il suo esempio e i valori che testimonia”. “Queste elezioni sono un momento cruciale per lo Sri Lanka... Noi [membri del Csm] vogliamo combattere le ingiustizie strutturali della nostra società. Vogliamo aiutare tutti i nostri fratelli e sorelle a vivere una vita dignitosa come è diritto di ognuno, giovane e anziano. Combattiamo con la preghiera, ascoltiamo il pianto e conosciamo le sofferenze della gente”.

Mahinda Namal, insegnante cattolico e attivista per i diritti umani, si dice d’accordo per una fede che diventi anche impegno nel sociale a favore dei diritti di ognuno. Egli osserva che “sia la coalizione di governo che l’opposizione non sono impegnate in attività politiche che aiutino i poveri e gli oppressi. Nessuno si occupa davvero dei principali problemi dello Sri Lanka, come la questione etnica, la giustizia economica, la decentralizzazione e la democrazia di base. Anche se passiamo da una votazione a un’altra, non vediamo segni concreti che si lavori per realizzare la libertà e l’eguaglianza a favore dei poveri”. E’ critico verso i leader religiosi, “che restringono il significato e la prassi della partecipazione politica della popolazione alla sola partecipazione al voto, questo non riflette la volontà di Dio”, mentre occorre “una partecipazione della gente alla politica che vada oltre le sole elezioni”.

“La storia dimostra –prosegue- che le costituzioni dello Sri Lanka sono state fatte per l’utilità dei partiti o della coalizione al potere, quindi sono state sempre contrarie alle genuine aspirazioni umane e a una vita fondata su valori. Ora tutti dicono di voler cambiare l’attuale Costituzione, ma questo non può essere deciso in modo arbitrario da un partito politico o da un gruppo”.

“Occorre invece eleggere un parlamento che rappresenti i diversi partiti politici, i gruppi etnici, le differenti ideologie. Tutti insieme, nel nuovo parlamento, dovranno risolvere  questioni scottanti, come quella etnica, nello Sri Lanka di oggi”.

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