23/02/2007, 00.00
COREA
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Dopo lo scandalo sulla clonazione, riprende la ricerca sulle staminali

Dopo un anno di fermo, causato dai falsi risultati ottenuti dal “pioniere della clonazione” Hwang Woo-suk, Seoul stanzia 33 milioni di dollari per riprendere la ricerca cellulare.
Seoul (AsiaNews/KTimes) – Dopo più di un anno di blocco, è ripartito ieri in Corea del Sud il programma di ricerca sulle cellule staminali, embrionali e non. Kim Woo-sik, ministro della Scienza e tecnologia, ha guidato ieri un incontro governativo che si è concluso con lo stanziamento di 33 milioni di dollari per la ricerca cellulare.
 
Il dato rappresenta un aumento del 20 % rispetto allo stanziamento del 2006. Nei prossimi 10 anni, ha sottolineato il vice ministro Park Jong-koo, Seoul arriverà ad investire altri 463 milioni per la ricerca. Park ha spiegato che “per il momento, non sono previsti esperimenti sulle cellule embrionali, dato che sono ancora in corso i lavori di revisione della legge sulla bioetica: in ogni caso, non escludiamo nulla”.
 
La Corea del Sud ha bloccato ogni tipo di ricerca cellulare da quando, lo scorso anno, si sono rivelati falsi gli esperimenti del “pioniere della clonazione” Hwang Woo-suk.
 
Il veterinario, un tempo "eroe nazionale", è caduto in disgrazia dopo che la comunità scientifica internazionale e l'Università di Seoul hanno smascherato i risultati delle sue ricerche sulle cellule staminali embrionali, del tutto falsificati in laboratorio per dare l'impressione di essere riuscito a clonare cellule sane da malati affetti da patologie al momento incurabili.
 
Hwang era considerato uno dei più importanti studiosi al mondo in campo genetico. I risultati delle sue ricerche erano stati pubblicati nel 2004 e nel 2005 in due numeri dell'importante rivista scientifica statunitense Science. Il ricercatore affermava di aver creato linee di cellule staminali con la clonazione di embrioni umani.
 
Science ha tuttavia ritirato entrambi gli articoli dopo che la Seoul National University (Snu) ha reso noto che gli studi erano contraffatti, e che le cellule staminali non erano state create geneticamente ma provenivano da ovuli di donatrici.
 
Secondo il prof. Cho Han-ik, dell’Università nazionale di Seoul, “se dovessimo decidere sulla ripresa degli esperimenti sulle staminali tramite un voto fra gli scienziati, quasi tutti voterebbero a favore”.
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