09/02/2008, 00.00
PAKISTAN - INDIA
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Dopo oltre 40 anni, il Pakistan apre a Bollywood

Il governo sta gradualmente cancellando il bando sull’importazione dei film di fabbricazione indiana, in vigore dal 1965. L’iniziativa è segno di un clima più disteso, ma vuole venire incontro anche all’industria cinematografica locale, in crisi. L’opposizione della concorrente Lollywood e degli integralisti islamici.
Karachi (AsiaNews/Agenzie) – I film targati Bollywood tornano nei cinema pakistani dopo un divieto durato oltre 40 anni. Ieri a Karachi è uscito nelle sale Welcome, tra le recenti pellicole di maggiore successo provenienti dall’industria cinematografica indiana. L’evento, che rientra in un clima di graduale distensione tra i due vicini, ha già generato timori sulla possibile reazione dei concorrenti locali e degli estremisti islamici, scandalizzati dalle nudità concessi dal sari (il tradizionale abito femminile indiano, ndr).
 
Il bando sull’importazione dei film di Bollywood è in vigore dal 1965, in seguito alla guerra indo-pakistana di quell’anno. Nonostante ciò, i pakistani hanno continuato a vedere film indiani grazie al fiorente mercato di dvd e registrazioni di contrabbando fiorito al confine. Di recente il Comitato parlamentare per la cultura del Pakistan ha chiesto al governo di permettere la distribuzione delle “odiate” pellicole, previa debita censura e per un anno di prova. “Dopo questo periodo – riferisce il senatore Zafar Iqbal Chaudry – potremmo eventualmente apportare modifiche al sistema”. Intanto i primi film iniziano ad uscire e ora si aspetta solo il pronunciamento ufficiale del consiglio dei ministri.
 
L’iniziativa sembra anche venire incontro alle difficoltà in cui versa una parte dell’industria cinematografica del Pakistan. Le case di distribuzione e i proprietari dei cinema avrebbero chiesto al governo di permettere che Bollywood ridesse fiato al settore, ormai in crisi. Negli anni ’70 il Pakistan aveva 1300 sale cinematografiche, contro le quasi 275 di oggi.
Ma non tutti accoglieranno i film hindi a braccia aperte. La meno nota Lollywood (industria del cinema di Lahore) teme che l’irruzione della concorrenza indiana la getti in ginocchio definitivamente. Gli islamici conservatori, dal canto loro, si oppongono alla proiezione delle pellicole Bollywood non solo perché “indù”, ma anche perché mostrano troppo la nudità femminile. Gli analisti sono certi: Bollywood per ora rimarrà circoscritta al Punjab e a Rawalpindi, ma non sbarcherà nelle più “sensibili” province di Bolochistan o North West Frontier.
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