31/05/2006, 00.00
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E' in Russia, vicino al confine, la chiesa degli ortodossi cinesi

La chiesa doveva essere costruita all'interno dell'ambasciata russa. Ma le lentezze burocratiche hanno fatto decidere lo spostamento.

Vladivostok (AsiaNews) - E' stata costruita vicino al confine, ma in Russia, nel Primorye, di fronte al mar del Giappone, la chiesa dei cristiani ortodossi cinesi, che Mosca aveva tentato di edificare all'interno della sua ambasciata in Cina. Per l'edificio, che è stato benedetto il 30 maggio, è stato adoperato proprio il legname che era già stato inviato a Pechino per costruire la chiesa.

Il tentativo di costruire la chiesa all'interno dell'ambasciata russa era orginato dalla mancanza di riconoscimento dell'ortodossia da parte del governo di Pechino, che non considera l'ortodossia tra le religioni "riconosciute" in Cina, che sono buddismo, taoismo, cattolicesimo, protestantesimo e islam. La speranza del Patriarcato di Mosca è di averlo entro il 2008.

Il rito di dedicazione della chiesa, dedicata a San Giorgio il Conquistatore, è stato celebrato dall'arcivescovo Venyamin di Vladivostok e Primorye. Il servizio stampa della diocesi di Vladivostok ha riferito che Venyamin era accompagnato da sacerdoti e cantori della cattedrale di San Nicola.

La chiesa di San Giorgio il Conquistatore è stata costruita su iniziativa di un grande imprenditore della regione, Gennady Lysak, vicino ad un posto di confine con la Cina, chiamato Sosnovyi Pad, situato all'interno di un grande complesso per il commercio internazionale. Le mura della chiesa lignea sono state costruite senza usare un solo chiodo: l'edificio, di 18 metri per 9, è alto 17 metri e può ospitare 200 persone. Il campanile ha cinque campane. La chiesa è costruita su un'alta collina ed è quindi visibile da lontano, sia dalla parte cinese che da quella russa. "Abbiamo costruito un tempio di Dio – ha sottolineato Vanyamin nel corso della cerimonia – al confine con altri popoli, che hanno diverse culture. Vogliamo mostrare il nostro volto" che, è quello del "Padre celeste, che è amore assoluto, assoluto bene, verità e grazia".

Il progetto originale prevedeva che la chiesa fosse costruita nel terreno dell'ambasciata russa a Pechino. La lentezza della pratica per la costruzione ha fatto decidere per il suo spostamento.
La Chiesa ortodossa russa è giunta in Cina da circa 300 anni. Ma di essa si sa molto poco. Le prime comunità erano costituite da russi emigrati e risiedevano soprattutto nel nord del paese. Attualmente vi sono solo 13 mila fedeli in Cina, in maggioranza di discendenza russa. Essi sono situati in quattro punti del Paese: nell'Heilongjiang, ad  Harbin, dove vi è anche una parrocchia dedicata al Manto protettivo della Madre di Dio; nella Mongolia Interna (a Labdarin); nel Xinjiang (a Kulj e Urumqi).

La Rivoluzione Culturale ha però azzerato la presenza di vescovi e preti. Ancora oggi i fedeli non hanno alcun sacerdote, e la domenica si radunano solo saltuariamente per pregare. Vi sono però 13 studenti cinesi ortodossi che studiano all'Accademia teologica  Sretenskaya di Mosca e all'Accademia di S. Petroburgo.

L'ultimo prete ortodosso, Alexander Du Lifu, 80 anni, è morto nel 2003, a Pechino. Secondo informazioni del Patriarcato di Mosca, p. Du "dava direzione spirituale privatamente", non avendo alcuna chiesa. Talvolta gli era concesso di celebrare la Liturgia nell'ambasciata russa a Pechino. Per i suoi funerali, il patriarcato di Mosca ha ottenuto il permesso di utilizzare la cattedrale cattolica dell'Immacolata Concezione (la Nantang).

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