14/07/2008, 00.00
INDIA - PAKISTAN
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L’India accusa il Pakistan per la bomba di Kabul ma prosegue i colloqui di pace

di Nirmala Carvalho
India e Afghanistan contro i servizi segreti pakistani per l’attentato esplosivo all’ambasciata indiana a Kabul. Islamabad nega ogni accusa. Ma è confermato l’incontro del 18 luglio per aumentare commerci e visite tra i due lati del conteso Kashmir.

New Delhi (AsiaNews) – Nell’incontro del 18 luglio tra funzionari di massimo livello, India e Pakistan concorderanno maggiori servizi e scambi commerciali attraverso la tormentata frontiera tra l’India e il Kashmir pakistano. L’incontro si terrà nonostante le recenti accuse che i servizi segreti pakistani siano responsabili per l’attentato esplosivo del 7 luglio contro l’ambasciata indiana a Kabul (Afghanistan, nella foto), che ha ucciso 41 persone tra cui 2 diplomatici indiani.

Tra i possibili accordi, si parla di un regolare servizio di autotrasporti tra l’indiana Srinagar (Jammu) e Muzaffarabad nel Kashmir pakistano, nonché di maggiori servizi di pullman tra cui le linee Kargil-Skardu e Jammu-Sialkot. Si vogliono favorire gli scambi commerciali e i contatti personali tra le popolazioni dei due lati, anche consentendo una più agevole circolazione di persone per il confine e stabilendo “zone di libero incontro” a ridosso del confine.

Ieri M.K. Narayanan, ella Sicurezza indiana, in un’intervista tv ha detto che “non abbiamo dubbi che dietro l’attentato ci sia l’Inter-Services Intelligence (Isi)” (il servizio segreto pakistano). “Noi vogliamo un processo di pace, ma l’Isi non ci partecipa… L’Isi dev’essere distrutto”.

Già le autorità afgane hanno indicato che l’attentato mostra “il marchio di uno specifico servizio segreto”. L’India ha stretti rapporti con l’Afghanistan, dove è impegnata in ricostruzioni per circa 750 milioni di dollari Usa. Esperti dicono che l’attentato potrebbe mirare a diminuire l’intervento e l’influenza indiana nel Paese.

Immediata la smentita del governo pakistano. Il ministro della Difesa Chaudhry Ahmed Mukhtar ha definito l’accusa “scorretta” e “priva di solide prove”, ma ha aggiunto che queste accuse infondate non danneggeranno i rapporti tra i 2 Stati, che invece le parti hanno interesse a migliorare.

I 2 Paesi hanno combattuto 3 guerre per il possesso del Kashmir. Non c’è trattato di pace e solo nel 2004 sono ripresi i colloqui sulla zona, che Narayanan ha auspicato “possano continuare”.

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