08/09/2015, 00.00
MYANMAR
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Elezioni in Myanmar: si apre la campagna elettorale, videomessaggio di Aung San Suu Kyi

di Francis Khoo Thwe
A due mesi dal voto dell’8 novembre parte la campagna elettorale. Oltre 30 milioni i cittadini alle urne. La leader dell’opposizione pubblica un messaggio sui social, in cui auspica un “vero cambiamento politico e amministrativo”. L’invito alla comunità internazionale a vigilare sulle elezioni e i risultati.

Yangon (AsiaNews) - Con un messaggio sui social in cui invita la comunità internazionale a garantire che le elezioni portino “un vero cambiamento politico e amministrativo”, la leader dell’opposizione birmana ha aperto la campagna elettorale per il voto dell’8 novembre prossimo. Oggi, a due mesi dalle elezioni generali, si apre dunque la sfida fra Aung San Suu Kyi e il partito emanazione dei generali birmani, oggi al potere, per la conquista dei seggi in Parlamento. Rispetto alle elezioni del 2010, boicottate dalla Lega nazionale per la democrazia (Nld), la ex Birmania ha intrapreso un cammino di riforme che ha portato alcuni cambiamenti, sebbene il processo di democratizzazione abbia subito un brusco rallentamento negli ultimi mesi. 

Restano alcuni cambiamenti significativi, uno dei quali auspicato in passato dalla stessa Nobel per la pace. Cinque anni fa, quando era ancora agli arresti, Aung San Suu Kyi aveva detto di sperare - un giorno - di poter aprire un account Twitter e parlare con il mondo esterno. Oggi la “Signora” per dare il via ufficiale alla campagna elettorale ha usato la sua pagina Facebook, con un video messaggio in inglese in cui ha rilanciato l’auspicio di elezioni libere e giuste e un vero progresso del Paese. 

Saranno oltre 30 milioni i cittadini chiamati alle urne, molti dei quali per la prima volta, le prime in cui saranno da subito presenti i principali schieramenti politici del Paese, fra cui la Nld che aveva vinto le elezioni del 1990, ma riconosciute dai generali. In lizza vi sono circa 90 fra partiti e movimenti politici di varia natura ed estrazione, un numero impensabile fino a pochi anni fa nella nazione del Sud-est asiatico retta da una ferrea dittatura militare. 

Al futuro Parlamento spetterà il compito di eleggere il nuovo presidente del Myanmar, una carica cui non può aspirare la Nobel per la pace, a causa di una norma contra personam che la esclude dalla corsa. Tuttavia, il principale favorito per la vittoria finale resta il partito di governo Union Solidarity and Development Party (Usdp), emanazione della vecchia giunta, che assieme al 25% dei militari cui è riservato per legge un posto all’Assemblea, controllano la vita politica e istituzionale del Paese. 

Nel videomessaggio Aung San Suu Kyi sottolinea che il voto dell’8 novembre è un “crocevia” per la storia del Myanmar. “Per la prima volta in decenni - aggiunge - il nostro popolo avrà davvero la possibilità di portare un vero cambiamento. Questa è una chance che non dobbiamo farci sfuggire”. La “Signora” invita poi la comunità internazionale a vigilare sulle operazioni di voto e assicurarsi che “il nostro popolo senta che la sua volontà viene rispettata” e che essa sia foriera di “un vero cambiamento politico e amministrativo”. 

Infine, la leader della Nld ha auspicato che il risultato “sia accettato da tutti” e che per questo vi sia un “aiuto concreto” da parte di “tutti” nelle settimane successive al voto. “Ci auguriamo che il monto intero comprenda - conclude - quanto sia importante per noi avere elezioni libere e giuste”. A seguire Aung San Suu Kyi ha diffuso anche un messaggio in lingua birmana, invitando gli elettori a pensare alle generazioni future mentre si recano alle urne, aggiungendo che il suo partito può soddisfare le aspirazioni al cambiamento. 

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