02/08/2006, 00.00
Afghanistan - Corea del sud
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Evangelici coreani sfidano i divieti e marciano per la pace a Kabul

Nonostante le proteste di Seoul e del governo afghano, la marcia dovrebbe svolgersi dal 5 all'8 agosto. Presente nel Paese una squadra d'emergenza del ministero degli Esteri sudcoreano.

Kabul (AsiaNews) – Sono circa mille i cristiani evangelici sudcoreani presenti al momento in Afghanistan per partecipare alla "Marcia per la pace" prevista dal 5 all'8 agosto a Kabul, organizzata nonostante i pareri contrari e la preoccupazione dei governi afghano e coreano.

La manifestazione è stata preparata dell'Istituto per lo sviluppo culturale dell'Asia (Iacd), organizzazione religioso-culturale che riunisce circa 900 denominazioni protestanti: gli stessi della marcia "Gerusalemme 2004", organizzata nella città santa per chiedere "la pace tramite la preghiera fra gli israeliani ed i palestinesi".

Il ministero degli Esteri di Seoul ha cercato "in tutti i modi" di convincere gli organizzatori ad evitare la manifestazione. La sua controparte afghana è arrivata a proibire i visti ai coreani che chiedono di entrare nel Paese. Un funzionario del governo di Kabul spiega: "Questa è una nazione musulmana, e la presenza di attivisti cristiani può dare fastidio a molte persone. Lo abbiamo spiegato agli organizzatori, che non ci hanno dato retta".

Il rifiuto del visto non è bastato. La stessa fonte denuncia che "molti sono entrati da Paesi confinanti, ma questo è un atteggiamento irresponsabile".

Più diretto un rappresentante dell'Ufficio blu [il Gabinetto presidenziale sudcoreano ndr], che ha dichiarato: "L'Afghanistan ci ha più volte ripetuto che non è in grado di garantire la sicurezza dei manifestanti. Lo stato attuale del Paese è ancora estremamente volatile, ed il terrorismo un fenomeno ancora attuale. Negli ultimi tre mesi sono morte 1.100 persone nel corso di operazioni militari". Risponde agli avvertimenti uno dei membri dell'Iacd: "E' un evento culturale, non religioso. I politici reagiscono in maniera eccessiva: la marcia e le altre manifestazioni andranno avanti come previsto".

Seoul, in ogni caso, ha inviato nel corso della notte una squadra composta da membri dei Servizi segreti e del ministero degli Esteri per cercare di convincere gli evangelici a rientrare, ed ha predisposto l'allerta degli elicotteri militari in caso di "necessità". Inoltre, è stato predisposto per questa sera un incontro urgente delle parti in causa.

Desta particolare preoccupazione la situazione dei 175 evangelici che hanno deciso di fermarsi nella città di Kandahar, roccaforte delle milizie talebane.

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