30/04/2014, 00.00
INDIA
Invia ad un amico

Gesuita indiano: Elezioni generali, tra vuoto politico e "l'emergenza Narendra Modi"

di Cedric Prakash sj
Ad AsiaNews il direttore del centro per i diritti umani, la giustizia e la pace "Prashant" spiega come ha fatto il Congress a passare da "nuova speranza" a "causa dell'impasse" politica. Il sacerdote raffredda gli entusiasmi del candidato premier dei nazionalisti indù Narendra Modi, "un abile oratore capace di inventare miti e prendersi il merito di conquiste che non sono sue", vicino all'organizzazione di ispirazione nazista Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss).

Ahmedabad (AsiaNews) - In esclusiva per AsiaNews p. Cedric Prakash sj - direttore del centro gesuita per i diritti umani, la giustizia e la pace "Prashant" - traccia un quadro del percorso politico e sociale che ha influenzato l'India e le elezioni generali ora in corso. (Traduzione a cura di AsiaNews)

Le elezioni generali per il Parlamento indiano sono in corso. Questo voto, considerato uno dei più grandi esercizi democratici mai avvenuto in alcun Paese, è iniziato il 7 aprile 2014: finora sei fasi di voto sono state completate, e tre fasi devono ancora avvenire. I risultati finali non usciranno prima del 16 maggio prossimo. È importante considerare in modo oggettivo due dimensioni che hanno influenzato queste elezioni.

Il vuoto politico nel Paese

Nel 2004 la United Progressive Alliance (Upa) è salita al potere sotto la leadership del partito del Congress. In realtà nessuno si aspettava che l'Upa vincesse. La National Democratic Alliance (Nda), sotto il Primo ministro Atal Bijari Vajpayee, stava andando bene; ma ha fallito nel portare a compimento alcune delle promesse fatte, e ne ha pagato il prezzo; inoltre la carneficina del Gujarat nel 2002, mentre governava Narendra Modi, ha colpito senz'altro in modo molto negativo la Nda; [infine] alcuni alleati chiave li hanno abbandonati. L'India non aveva intenzione di accettare un partito che aveva strumentalizzato l'uccisione della sua stessa gente.

Il primo governo Upa (Upa I) ha dato una speranza nuova all'India. Al suo interno c'era una miscela di esperienza e competenza, veterani e giovani; il loro approccio al governo era inclusivo e nonostante una grave crisi economica in altre parti del mondo, l'India non se l'è passata troppo male. Com'era naturale, nel 2009 l'Upa è tornata al potere, cavalcando l'onda delle promesse mantenute.

Dal 2004 a oggi, i due governi Upa (Upa I e Upa II) hanno dato al Paese il Right to Information (Rti), che ha aiutato a svelare una buona parte della corruzione in India; il Right to Education (Rte), che per la prima volta ha reso l'istruzione gratuita e obbligatoria per tutti i bambini in età scolare; il Right to Food Security (Rtf), che attraverso vari progetti si concentra sulle sezioni povere ed emarginate della società.

Tuttavia, su diversi fronti l'Upa II non è riuscito a mantenere le sue promesse. Sul fronte economico, l'inflazione ha continuato a crescere e i prezzi dei beni essenziali sono aumentati in modo precipitoso. Diversi ministri sono stati coinvolti in casi di corruzione e addirittura incarcerati, eppure l'Upa II è sembrato mancare della volontà politica di gestire in modo deciso la corruzione. L'emergere di un efficace movimento popolare [chiamato] India Against Corruption (Iac, "L'India contro la corruzione" di Anna Hazare, ndt). I partiti dell'opposizione, con la loro tattica ostruzionistica per tenere il Parlamento sempre in ostaggio - tutto questo ha accelerato l'impasse politica. Alla fine, gli analisti politici hanno anche dichiarato che l'Upa II non è stato capace di commercializzare in modo efficace persino il buono che aveva fatto. Il vuoto politico in India è diventato reale.

L'emergenza di Narendra Modi

Dalla sua gioventù Narendra Modi è stato un membro della Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss). L'ideologia al cuore di questa organizzazione estremista (nata negli anni '30 prendendo ispirazione da Hitler e dal nazismo) era la formazione di una nazione indù. In questa ideologia le minoranze (in particolare i musulmani e i cristiani) erano trattati apposta come cittadini di seconda classe. Tuttavia, i combattenti per la libertà dell'India (come il Mahatma Gandhi, Jawarlhal Nehru, Babasaheb Ambedkar) hanno lavorato per garantire che l'India diventasse un Paese laico e democratico, in cui ogni cittadino fosse trattato in modo uguale, secondo i diritti e le libertà sanciti dalla Costituzione.

La Rss non è mai stata soddisfatta di questo. Uno dei suoi uomini, Godse, ha assassinato il Mahatma Gandhi nel 1948. Negli anni hanno dato vita a molti altri gruppi, inclusa la loro ala politica, il Bharatiya Janata Party (Bjp); insieme sono conosciuti come il Sangh Parivar.

Per alcuni anni Modi è stato il segretario organizzativo del Bjp a Delhi, soprattutto negli anni in cui il partito era la principale deroga politica nel governo Nda, dal 1998 al 2004. Nel 2001 egli ha complottato per rovesciare uno dei suoi mentori, Keshubhai Patel (chief minister del Gujarat), e dall'ottobre di quell'anno egli ha iniziato a guidare lo Stato. Una delle prime cose fatte nel febbraio-marzo 2002 è stato presiedere la carneficina del Gujarat, che ha lasciano 2mila musulmani morti e decine di migliaia senza casa. Fino a oggi, egli non ha mai mostrato rimorso, né si è preso la responsabilità per uno dei capitoli più sanguinosi della storia dell'India! Nel 2003 ha attuato il decreto legge Freedom of Religion (legge anticonversione, ndt), che è chiaramente destinata ai tribali e ai dalit che vogliono abbracciare il cristianesimo, l'islam o il buddismo.

Modi ha dimostrato di essere una persona estremamente controversa; egli è un abile oratore capace di inventare miti e prendersi il merito di conquiste che non sono sue. Con una campagna ben oliata, sostenuta da una larga parte del settore corporativo dell'India e dalle testate giornalistica di loro proprietà, molti sentono che il suo partito emergerà come il più grande singolo partito  quando i risultati verranno annunciati, e che egli potrebbe anche essere il prossimo Primo ministro dell'India.

Se questo avverrà davvero non lo sa nessuno! Una cosa è certa, che una percentuale alquanto ampia della popolazione votante dell'India si è già espressa e ha esercitato il suo diritto in quello che fino a oggi è considerata un'elezione libera e pacifica. Fino ad adesso la campagna [elettorale] è stata violenta. I discorsi dei candidati e dei loro sostenitori non si sono concentrati sulle questioni reali che devono essere affrontate, ma [si sono concentrati] su attacchi personali al più basso dei livelli; se questo cambierà dopo le elezioni è piuttosto improbabile.

A questo punto, mentre l'India vota, c'è un solo messaggio da mandare al mondo: la democrazia in India è viva e fiorente; e che ci sono molti che stanno facendo tutto quello che possono per preservare il cuore e l'anima dell'India!

 

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
P. Cedric Prakash sj: Non dimentichiamo le stragi del Gujarat e le colpe di Narendra Modi
07/02/2014
Maldive, Usa, Cina: le prime tappe internazionali del secondo mandato di Modi
29/05/2019 13:29
P. Prakash: sui diritti umani, l’India ha toccato ‘abissi terribili’
05/12/2018 12:23
P. Cedric Prakash: Il giorno più infame dell’India, quello degli attivisti arrestati
04/09/2018 11:13
Gesuita indiano: Il grande bluff di Narendra Modi prima o poi sarà smascherato
19/02/2015


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”