22/12/2010, 00.00
VIETNAM
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I “patriottici” vietnamiti mandano auguri di Natale, firmando a nome della Chiesa

di Emily Nguyen
Pubblicato dalla stampa governativa, il messaggio, nella cultura locale, indica la maggiore importanza dei cattolici filo-governaitvi rispetto alla Chiesa. Il vicepresidente del “Comitato vietnamita per la solidarietà dei cattolici”, è un parroco con due figli e una donna. I redentoristi protestano contro le autorità che si appropriano di un monastero a Dalat.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Sono arrivati a firmare a nome della Chiesa cattolica vietnamita una lettera di auguri per Natale, prontamente pubblicata dalla stampa governativa. E’ la più recente iniziativa del “Comitato vietnamita per la solidarietà dei cattolici” (nella foto), copia vietnamita dei cattolici patriottici cinesi, che dal 1955 - in verità con risultati assai scarsi - tenta di creare una Chiesa “nazionale”.
 
Anche stavolta, seguendo l’onda dell’ottava Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi, Hanoi tenta una nuova mossa per ottenere il controllo sulla Chiesa. La lettera, firmata “Il Comitato vietnamita per la solidarietà dei cattolici e la Chiesa cattolica in Vietnam” è riuscita a creare grande preoccupazione tra i cattolici. Nella cultura vietnamita, infatti, c’è una particolare sensibilità nei confronti dell’ordine nel quale persone o entità sono citate in una frase, come se esso riflettesse esattamente i loro rispettivi livelli o importanza o rispetto all’interno della comunità. In alcuni casi può anche essere visto come un riflesso del rapporto “padrone-servo”. Per questo, per gli attivisti cattolici più attenti, il testo della lettera e il fatto che essa sia stata pubblicata per primo, il 19 dicembre, da An Ninh Thu Do, giornale della polizia, indica una nuova ondata del tentativo del governo di Hanoi di realizzare il suo perenne, ardente desiderio di controllare la Chiesa cattolica.
 
Ciò avviene mentre non cessano gli attacchi contro le comunità religiose. Una lettera di protesta di padre Joseph Dinh Huu Thoai, capo del Segretariato della provincia redentorista, pubblicata il 20 dicembre, denuncia che il loro monastero di Dalat, negli Altipiani centrali, è stato preso dalle autorità della provincia di Lam Dong per essere trasformato in istituto di ricerche biologiche. Ciò, evidenzia il religioso, viola la sezione 5 dell’articolo 25 dell’attuale legge sul terreni e viola i nostri diritti.
 
Preso ormai da decenni dalle autorità governative, il monastero, come altri beni della Chiesa la cui proprietà è in contestazione, era stato mantenuto senza cambiamenti. La decisione di abbatterlo è arrivata inaspettata. Alla sua origine, con ogni probabilità, c’è l’attiva partecipazione dei redentoristi alla campagna contro la decisione governativa di sfruttamento della bauxite degli Altipiani centrali. Sottoscritta da oltre duemila intellettuali, la contestazione del progetto evidenzia come nel mondo non c’è alcun tipo di miniere di tale tipo che garantisca contro i danni ambientali e le erosioni acide.
 
“In tutto il mondo - scrive padre Huu Thoai - la gente si prepara a celebrare il Natale, qui in Vietnam noi siamo ancora nel Venerdì Santo, davanti alla Passione”.
 
Stride di più, quindi il trattamento “straordinariamente buono” che viene riservato ai membri del Comitato “patriottico” . E anche le autorità ecclesiastiche appaiono tolleranti verso comportamenti che violano l’unità della Chiesa, prima ancora della legge canonica.
 
Così è per padre Phan Khac Tu, vicepresidente del Comitato di solidarietà e editore di “Cattolici e popolo”, una rivista nata sotto impulso del governo nel 1975, famosa per i suoi duri e frequenti attacchi contro Giovanni Paolo II e il Vaticano. Padre Tu, membro del Partito comunista, è il pastore della chiesa dei Martiri vietnamiti a Vuon Xoai, una delle più grandi di Ho Chi Minh City, è padre di due figli e ha una donna che, a quanto si dice, ha pubblicamente confermato la loro relazione.
 
Alcuni hanno spiegato questa “esenzione” dal celibato come “un prezzo che la Chiesa deve pagare per poter avere un ‘dialogo’ positivo con il governo”, altri vi vedono un tipico esempio del controllo del Partito sulla Chiesa. Questi ultimi ricordano una frase del cardinale Zen: “tutti sappiamo che i comunisti schiacciano coloro che sono deboli, mentre a volte cambiano atteggiamento di fronte a coloro che sono risoluti”.
 
Ha collaborato Joseph Dang
 
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