16/12/2011, 00.00
SIRIA
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I Patriarchi cristiani per la pace in Siria, mentre Mosca preme sull'Onu

di JPG
I vescovi cattolici hanno diffuso un comunicato sulla situazione nel Paese che differisce dalle dichiarazioni precedenti di appoggio incondizionato al regime. I media siriani hanno ignorato finora la proposta di Mosca al Consiglio di sicurezza per avviare una soluzione alla crisi.
Damasco (AsiaNews) - I media siriani hanno finora ignorato la proposta russa di una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu per avviare una soluzione alla crisi nel Paese. Ma i tre patriarchi di Antiochia (siro-ortodosso, greco-melkita cattolico e greco-ortodosso) che hanno la loro sede a Damasco e l'Assemblea della gerarchia cattolica in Siria hanno espresso, in termini identici, la loro profonda preoccupazione per la situazione in Siria.

La Russia ha fatto circolare fra i 14 membri del Consiglio di Sicurezza una bozza di risoluzione; una mossa che ha sorpreso le nazioni occidentali. La bozza condanna la violenza, sia quella del governo che dell’opposizione, e non fa cenno a eventuali sanzioni. Diplomatici occidentali hanno dichiarato che la bozza non era sufficientemente dura, ma sono disponibili a lavorare sul documento, che parla di “uso sproporzionato della forza da parte delle autorità siriane" e chiede al governo di Damasco di “porre fine alla repressione su quanti esercitano i loro diritti di libertà di espressione, raduno pacifico e di associazione”.

Nel frattempo i tre pastori, riuniti il 15 dicembre nel monastero di Sant'Efrem, residenza del patriarca siro-ortodosso Ignazio Zakka I, a Seidnaya, nelle vicinanze di Damasco, hanno firmato e pubblicato un messaggio comune, indirizzato ai loro fedeli ed a tutti i cittadini siriani. E’ interessante osservare che i termini del loro messaggio, tranne qualche differenza grammaticale, sono identici a quelli del comunicato pubblicato il giorno prima dall'Assemblea della gerarchia cattolica in Siria, al termine della sua sessione ordinaria, la prima avvenuta in due anni; ma secondo gli statuti dovrebbe riunirsi due volte all'anno). La riunione si è svolta nella sede dell'arcivescovado siro-cattolico di Damasco sotto la presidenza del patriarca greco-melkita cattolico Gregorios III, con la partecipazione del patriarca siro-cattolico Ignazio Youssef III e del nunzio apostolico in Siria, Mons. Mario Zenari.

 All'inizio dei loro lavori i responsabili delle Chiese hanno inviato un messaggio al Papa, per confermare la loro fedeltà e la loro comunione con il successore di Pietro, ed indicare che i loro lavori avrebbero avuto come focus non solo il seguito dell'Assemblea speciale per il Medio oriente del Sinodo dei vescovi, e la preparazione del Sinodo sulla nuova evangelizzazione, ma anche la situazione in Siria.

Il loro comunicato finale – ripreso per quanto riguarda la Siria dal messaggio di Ignazio Zakka I, Ignazio IV (greco-ortodosso) e Gregorios III – sulla situazione attuale merita di essere citato testualmente; questo perché contrasta con precedenti dichiarazioni degli stessi patriarchi e di diversi presuli, di appoggio incondizionato al presidente Bashar Al-Assad, il cui nome, questa volta, non è menzionato nemmeno una volta.

"Tra tutti i temi oggetto delle preoccupazioni degli eccellentissimi padri – dice il comunicato cattolico – c'è stato quello principale e maggiore di che cosa accade nella nostra benamata Siria, cioè gli avvenimenti che si sono scatenati da nove mesi. I padri hanno esaminato gli avvenimenti e ciò che gli stessi hanno causato nel Paese e tra i fedeli: tragedie e sofferenze su più di un livello. Hanno espresso il loro profondo dolore per quello che è successo, la loro tristezza per le vittime che sono cadute e la loro paura per il deterioramento della situazione economica. Hanno espresso il loro fervido augurio che la Siria si ricuperi dalle sue ferite, e per la riconciliazione dei suoi figli tra di loro, nell'amore, nella tolleranza, nella cooperazione e nella saggezza, e dando la preferenza al bene della Patria su ogni altro interesse, con il ritorno alle loro radici, al loro patrimonio, alla loro coscienza, alla loro fiducia negli scambi reciproci, e nella soluzione dei loro problemi da loro stessi".

"I padri – continua il documento dei cattolici – hanno rigettato ogni intervento straniero di qualsiasi tipo e di qualsiasi provenienza, ed hanno chiesto la soppressione delle sanzioni che sono state inflitte alla Siria sotto qualsiasi pretesto. Hanno rigettato parimenti il ricorso alla violenza in qualsiasi forma ed hanno fatto appello alla pace ed alla riconciliazione di tutti nel nome di Dio e della Patria. Hanno incoraggiato le riforme ed i passi positivi decisi dal governo, facendo appello al rispetto dei principi della giustizia, della libertà, della dignità umana, della giustizia sociale e dei diritti dei concittadini".

"Infine – conclude il comunicato – hanno elevato preghiere ferventi a Dio onnipotente perché abbia pietà di quelli che sono caduti, conforti i cuori degli afflitti, protegga la Siria ed i suoi dirigenti e li guidi verso la riva della sicurezza, della pace, della sovranità e della prosperità; perciò chiedono la partecipazione di tutti nella preghiera incessante, affinché non lascino che la paura si impadronisca di nessuno, e perché non cadano i capelli delle nostre teste se non lo vuole Dio, nostro Padre celeste, come ci ha insegnato Cristo, il Signore".

L'agenzia stampa statale Sana, che ha inizialmente ignorato il comunicato dei Presuli cattolici, ha diffuso – nella tarda serata di giovedì in inglese e francese, e soltanto nella prima mattinata di venerdì in arabo – un riassunto del messaggio dei tre patriarchi, nel quale si insiste sul loro rifiuto delle ingerenze straniere ed il loro appello alla soppressione delle sanzioni contro la Siria.
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