28/07/2007, 00.00
INDIA – USA
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Il Senato americano dichiara fuorilegge la discriminazione di casta

di Nirmala Carvalho
La risoluzione approvata lo scorso 23 luglio e ora al vaglio del Congresso invita il più importante partner commerciale asiatico a riconoscere pari diritti a Dalit e Tribali. La Chiesa cattolica chiede particolare attenzione ai Dalit cristiani, vittime di un’emarginazione ancora più radicata.

New Delhi (AsiaNews) – Il Senato americano ha approvato una risoluzione dalla portata “storica”, nella quale “si impegna a mettere fuorilegge la discriminazione di casta in India”, uno dei suoi alleati “più stretti” sul piano commerciale. La normativa è ora al vaglio del Congresso, che deve ratificare la legge.

La risoluzione, proposta il 2 maggio scorso e ratificata il 23 luglio, è stata introdotta dalla presentazione di un rapporto congiunto di Human Rights Watch e del Center for Human Right and Global Justice sulla portata di “vasta scala della discriminazione razziale in India”, pubblicato nel mese di febbraio. Il documento sottolinea il fatto che le discriminazioni interessano “circa 200 milioni di persone appartenenti alle casta dei tribali (le popolazioni indigene) e i Dalit (gli intoccabili, la cui vita in India vale molto meno di quella di una mucca, animale ritenuto sacro). La risoluzione del Sentao Usa sancisce che “è interesse degli Stati Uniti porre l’attenzione sul modo in cui vengono trattati i Dalit e i Tribali in modo dar vita a uno sviluppo sociale reciproco e al rispetto dei diritti umani”.

Pieno sostegno da parte della conferenza dei vescovi indiani: il segretario della CBCI p. Cosmon Arokiaraj, sottolinea che “la Chiesa cattolica accoglie con favore la risoluzione del governo americano”, auspicando peraltro che “la stessa presa di coscienza avvenga anche all’interno della società indiana e della sua classe dirigente”. “Le persone devono avere a cuore il problema dell’uguaglianza dei diritti e della dignità dei Dalit, una realtà che interessa in modo particolare la Chiesa”, preoccupata per l’atteggiamento di profonda discriminazione verso i Dalit cristiani, una realtà ancora più isolata nel contesto sociale del Paese e che non gode nemmeno dei privilegi concessi agli altri Dalit. Al riguardo la Chiesa auspica che il governo Usa promuova una risoluzione ad hoc per i Dalit cristiani, che sancisca “l’uguaglianza per una casta discriminata esclusivamente per motivi religiosi”. In questa direzione viene accolto l’invito dell’NCRLM – Commissione nazionale per le minoranze religiose e linguistiche – che raccomanda pari diritti anche “ai Dalit cristiani e ai musulmani” in un rapporto consegnato due mesi fa nelle mani del premier indiano Manmohan Singh.

La risoluzione approvata da Washington prevede infine che i cittadini americani che lavorano in India “si impegnino a evitare discriminazioni verso i Dalit in tutti i rapporti d’affari”. Trent Frank, parlamentare Usa che ha introdotto il documento al congresso, ha invitato tutti i colleghi a “mettere fine alle discriminazioni e alle ingiustizie sociali: “l’intoccabilità”  è una pratica inaccettabile per il più importante partner commerciale americano oltre che il più stretto alleato” nella regione asiatica. Il nostro governo e il popolo americano si impegnano affinché questa pratica venga abbandonata mediante aiuti economici e un rafforzamento della partnership politica”.

 

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