02/12/2010, 00.00
INDONESIA
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Il governo boicotta le scuole cattoliche indonesiane, a rischio di chiusura

di Mathias Hariyadi
Jakarta chiede il ritiro di insegnanti statali dalle scuole private cattoliche, costringendo le fondazioni a pagare a sue spese lo stipendio di nuovi docenti. Se il progetto andrà in porto, le scuole delle aree più isolate e povere rischiano di dover chiudere per bancarotta.
Jakarta (AsiaNews) – Educatori cattolici, dirigenti scolastici ed esperti manifestano forti preoccupazioni circa la recente proposta del governo di ritirare centinaia di insegnanti statali dalle scuole private, per lo più cattoliche. Se questo piano andrà in porto, ci saranno gravi conseguenze: le fondazioni dovranno trovare in fretta nuovi insegnanti, e pagarli a proprie spese. Ciò rischia di decretare, di fatto, la chiusura di molte scuole private cattoliche delle zone più isolate e povere. Le famiglie degli studenti, infatti, non sarebbero in grado di sostenere delle rette elevate, sufficienti a pagare nuovi insegnanti.

“La questione è cruciale, perché il piano di governo incide soprattutto le scuole private delle aree più remote”. A parlare è Fx Budijuwono Onggobawono, direttore operativo della scuola cattolica Saint John di Tangerang (provincia di Java), che spiega: “Per nessuna scuola privata è possibile sostituire un insegnante all’improvviso. Oltretutto, un altro problema è il loro pagamento”. Lo Stato garantisce alle scuole statali un pacchetto di aiuti finanziari chiamato Bantuan Operasional Sekolah. Per le scuole private invece non è previsto niente, e l’unica fonte di finanziamento per le attività scolastiche proviene dai genitori degli studenti.

Nel corso degli anni, il ministero della Pubblica istruzione ha praticato questa politica: “prestare” i suoi insegnanti alle scuole private cattoliche, come aiuto all’istruzione privata. La Costituzione indonesiana, del 1945, prevede infatti che lo Stato si prenda le sue responsabilità nell’educazione dei cittadini. Con questo spirito il ministero mandava i docenti “in missione” in una scuola privata, provvedendo al loro stipendio come se lavorassero in strutture statali.

“Tale mossa è contraria alla nostra Costituzione”, ha commentato la scorsa settimana Sulistiyo, capo dell’Associazione degli insegnanti indonesiani (Pgri), accusando lo Stato di praticare un atteggiamento discriminatorio tra scuole pubbliche e private. E Iwan Hermawan, segretario generale dell’Associazione degli insegnanti indipendenti ha aggiunto: “Se questo piano sarà applicato, è certo che decine di scuole private finiranno in bancarotta, e dovranno chiudere”.

Un esperto di educazione cattolica, che preferisce rimanere anonimo, ha dichiarato ad AsiaNews: “Il problema principale risiede nella National Education Law, secondo a quale il governo è autorizzato a essere responsabile solo delle scuole statali. Quindi, bisognerebbe presentare un ricorso per modificare la legge”.

Fratel Frans Sugi, della fondazione cattolica Pangudi Luhur, ha dichiarato: “Al momento non siamo ancora stati informati in maniera ufficiale dalle autorità su questa delicata questione. Ma se la proposta sarà messa in pratica, saremo costretti a trovare 80 nuovi insegnanti”. La fondazione di fratel Sugi è gestita dai fratelli della Fratris Immacolata Conceptionis (Fic), una prestigiosa congregazione cattolica con più di 1500 insegnanti distribuiti in decine di scuole in tutto il Paese.
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