15/05/2018, 08.46
IRAN - UE - USA
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Il ministro iraniano degli Esteri a Bruxelles per salvare l’accordo nucleare

Zarif incontrerà gli omologhi di Francia, Gran Bretagna e Germania. Assieme a Cina e Russia, l’Europa vuole limitare gli effetti della decisione Usa di ritirarsi dal patto. Teheran scrive all’Onu: Washington disprezza il diritto internazionale. Il ruolo del Cremlino quale garante di una rinnovata intesa. 

 

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) - Il ministro iraniano degli Esteri è atteso oggi a Bruxelles, tappa finale di un tour diplomatico promosso in risposta alla decisione del presidente Usa Donald Trump di mettere fine all’accordo sul nucleare (il Jcpoa), sottoscritto nel 2015. Nel cuore dell’Europa Mohammad Javad Zarif incontrerà gli omologhi di Francia, Germania e Gran Bretagna, le nazioni europee (oltre a Cina e Russia) che assieme a Washington hanno sottoscritto lo storico patto. 

Nei giorni scorsi il capo della diplomazia di Teheran ha visitato Mosca e Pechino, ricevendo pieno sostegno all’accordo nucleare da parte dei rispettivi leader. “Il patto con l’Iran funziona e dobbiamo fare di tutto per preservarlo” ha precisato la portavoce dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. 

All’indomani della scelta della Casa Bianca, che ha ricevuto il plauso di Israele e di diverse nazioni arabe, la Repubblica islamica ha dichiarato di essere pronta a riprendere l’arricchimento dell’uranio “su larga scala” e “senza alcuna restrizione”. Il programma resterà sospeso, ha aggiunto Zarif, se l’Europa fornirà solide garanzie commerciali, a dispetto delle sanzioni Usa. 

“L’obiettivo di questi negoziati - ha quindi proseguito il ministro degli Esteri - è di cercare rassicurazioni sul fatto che gli interessi della nazione iraniana saranno difesi”. Fra i nodi da sciogliere gli effetti delle nuove sanzioni volute da Trump, che incidono sulla copertura economica dei contratti e sulle transazioni finanziarie. Per le aziende europee risulterà difficile commerciare con Teheran, dal momento in cui Washington nega l’uso del dollaro e dei brevetti per la produzione. 

Nel frattempo lo stesso Zarif ha inviato una lettera ai vertici delle Nazioni Unite, nella quale accusa gli Stati Uniti di mostrare “un totale disprezzo per il diritto internazionale”. Nel testo egli ha ricordato il “rispetto scrupoloso” dei termini dell’accordo sul nucleare da parte di Teheran. 

La decisione di Trump ha rimesso in moto le diplomazie internazionali e le alleanze fra potenze globali. Dopo settimane di tensioni, oggi Europa e Russia (insieme alla Cina) sembrano sempre più vicine e determinate a salvaguardare quel che resta dell’accordo. In questo senso il Cremlino guidato dal presidente Vladimir Putin potrebbe ricoprire un ruolo chiave, facendosi garante del fatto che Teheran non riprenda il programma per la produzione dell’atomica.

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