12/02/2014, 00.00
INDIA
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India, pressioni dei fondamentalisti: ritirato un libro sull'induismo

di Nirmala Carvalho
Si tratta dell'opera "The Hindus: An Alternative History", scritto dall'indologa statunitense Wendy Doniger nel 2009. Secondo gruppi nazionalisti indù dentro e fuori il Paese, il volume è "offensivo". Per il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) "è disturbante l'aumento del potere delle frange estremiste".

Mumbai (AsiaNews) - "Un segnale dell'aumento del potere delle frange fondamentaliste indù". È così che Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), definisce ad AsiaNews la decisione della Penguin India di ritirare il libro The Hindus: An Alternative History, scritto nel 2009 da Wendy Doniger, indologa americana e docente di Storia delle religioni all'università di Chicago. La disposizione è frutto di un accordo privato tra la casa editrice e la Shiksha Bachao Andolan, organizzazione nazionalista indù che accusava il volume (e la sua autrice) di essere "offensivo" nei confronti degli indù.

Sin dalla sua pubblicazione il libro è stato al centro di molte polemiche da parte di gruppi nazionalisti indù, dentro e fuori dall'India. In particolare, queste associazioni criticavano l'accento sulla sessualità posto dalla docente nella sua interpretazione del poema epico Ramayana (considerato uno dei testi sacri dell'induismo, ndr). Nel 2011 Dina Nath Batra, a capo della Shiksha Bachao Andolan, ha aperto una causa contro la docente e il Penguin Group Usa - di cui la Penguin India faceva parte -, sostenendo che il libro violava l'art. 295A del Codice penale indiano "violando i sentimenti religiosi di milioni di indù".

Wendy Doniger ha commentato la decisione della Penguin India criticando "il vero cattivo di questa vicenda: la legge indiana, che ha trasformato la pubblicazione di un libro in un'offesa criminale. Una legge che mette in pericolo la sicurezza fisica di qualunque editore, per quanto grottesca possa essere l'accusa contro un'opera".

"Anche se non è un caso di censura imposta dal governo - sottolinea Sajan George - è disturbante che un editore decida di ritirare un proprio libro per le pressioni di questi fondamentalisti. Quanto accaduto svela la forte tattica dei gruppi estremisti, e la vulnerabilità degli altri contro simili atteggiamenti". 

 

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