14/05/2011, 00.00
INDONESIA
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Java centrale, tre morti in un raid dell’anti-terrorismo. Resta l’allerta attentati

di Mathias Hariyadi
L’operazione è avvenuta nella mattinata di oggi a Solo. Fra le vittime due sospetti terroristi e un venditore di strada, coinvolto nello scontro a fuoco. La morte di Bin Laden alimenta la battaglia dei gruppi estremisti. Sacerdote cattolico: il mondo non è più sicuro. Leader musulmano moderato: nuovi attacchi per vendicate il leader di Al Qaeda.
Jakarta (AsiaNews) – È di tre morti il bilancio di un raid – avvenuto questa mattina – della squadra antiterrorismo indonesiana a Cemani, nella città di Solo, provincia dello Java centrale. Fra le vittime due sospetti estremisti islamici e un venditore di strada, rimasto coinvolto nello scontro a fuoco. La notizia è confermata dall’ispettore generale Edward Aritonang, capo della polizia, in una conferenza stampa a Semarang. L’operazione della squadra speciale conferma l’impegno di Jakarta nella lotta al terrorismo, rafforzata dopo la morte di Osama Bin Laden. Tuttavia, come riferisce un sacerdote cattolico, la sua uccisione non servirà a costruire “un mondo più pacifico”. Un leader musulmano moderato aggiunge che “con molta probabilità vi saranno attentati, per vendicare” la morte del leader di Al Qaeda.
 
Nel raid avvenuto questa mattina, alle prime luci dell’alba, sono morti Sigit Qoordhowi, conosciuto come il capo della cellula Hisbah, e il suo numero due Hendro Yunianto. I due leader estremisti sono stati uccisi in una sparatoria con la polizia, dopo essersi opposti alla resa e aver aperto il fuoco. Nel tiro incrociato è stato colpito anche Nur Iman, la terza vittima, un venditore di strada a Cemani. Qoordhowi e Yunianto sarebbero legati a movimenti clandestini vicini al fondamentalismo islamico, che hanno organizzato l’attentato suicida al quartier generale della polizia di Cirebon, nel West Java, a metà aprile.
 
Il blitz della squadra anti-terrorismo ha portato anche al sequestro di armi ed esplosiv., Chiusi in alcune scatole, gli agenti hanno rinvenuto sei pistole, catene di ferro, granate, migliaia di proiettili. Gli abitanti della zona spiegano che la casa è stata affittata circa tre mesi fa e nessuno dei vicini sapeva con esattezza quale tipo di attività svolgessero questi due personaggi “misteriosi”.
 
L’operazione di oggi della polizia è una conferma dell’impegno nella lotta al terrorismo voluta dal presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono e sostenuta da gran parte della società civile. Nei giorni scorsi le forze speciali hanno arrestato numerosi sospetti, legati a gruppi terroristi e a nuove formazioni estremiste. Fra questi vi è anche Pepi Fernando, la mente dell’attentato – in parte fallito – alla chiesa protestante Christ Cathedral Church nel distretto di Tangerang, distante 25 km da Jakarta. La morte di Osama Bin Laden, ucciso in un raid delle forze speciali statunitensi in Pakistan il 2 maggio scorso, non segna la fine della guerra al terrorismo in Indonesia, che vede protagonisti dozzine di leader estremisti islamici.
 
Tra le vittime del “reclutamento sotterraneo” di potenziali kamikaze ad opera di gruppi radicali, ai quali si sono aggiunti movimenti un tempo nazionalisti come il NII (Negara Islam Indonesia), vi sono anche studenti universitari cattolici. Lo denuncia un sacerdote cattolico, secondo cui il fenomeno del reclutamento non interessa più solo le università o le scuole statali. P. Wiryono SJ, preside dell’università gesuita di Sanata Dharma, a Yogyakarta (Java centrale), conferma che sono “scomparsi” diversi studenti e pare probabile che si siano uniti alle cellule fondamentaliste, fra cui il NII.
 
Interpellato da AsiaNews adre. Benny Susetyo, della Conferenza episcopale indonesiana (Kwi), afferma che la morte di Bin Laden non è una bella pagina della storia mondiale, nell’ottica di costruire un mondo di pace in cui vi sia una coesistenza pacifica fra religioni. Il sacerdote invita Washington a modificare la sua visione dell’islam, sottolineando che “la politica estera dovrebbe promuovere la dignità dell’essere umano e creare le condizioni per lo sviluppo”.
 
Kiai Hajj Ulul Huda, un leader musulmano moderato, aggiunge che “con molta probabilità vi saranno attentati, per vendicare” la morte del leader di Al Qaeda.  Egli conferma ad AsiaNews che gli estremisti indonesiani “adorano” Bin Laden per le sue “idee radicali”, la sua visione in molti campi, fra cui i rapporti fra mondo musulmano e l’occidente cristiano e lo considerano come “simbolo e martire” nella lotta contro l’egemonia degli Stati Uniti.
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