22/09/2017, 09.05
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Kim Jong-un risponde al “demente” Trump

Per la prima volta un leader coreano si rivolge a una audience internazionale. Trump “pagherà caro per il suo discorso” all’Onu, “insensato e rude come mai prima d’ora”. Ipotizzato il lancio di una bomba all’idrogeno nell’oceano Pacifico. Cina e Russia spingono alla calma e a non farsi prendere dalla “isteria militare”. Moon Jae-in: Noi non desideriamo il crollo della Corea del Nord.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente Usa Donald Trump è uno “squilibrato demente (mentally deranged dotard)” e “pagherà caro” la sua minaccia di distruggere la Corea del Nord. Così Kim Jong-un, il leader nordcoreano, ha risposto al discorso tenuto da Trump all’assemblea dell’Onu in cui minacciava “distruzione totale” del Nord se avesse colpito gli Usa o qualche suo Paese alleato.

Il discorso diretto di Kim a una audience internazionale - secondo alcuni è la prima volta di un leader nordcoreano - viene a poche ore dalla decisione Usa di aumentare le sanzioni contro Pyongyang, Con cui il Tesoro Usa boicotterà compagnie e istituzioni finanziarie che fanno commercio con la Nordcorea.

Per Kim, il discorso di Trump “insensato e rude come mai prima d’ora”, “ha insultato me e la mia patria davanti agli occhi del mondo e espresso la più feroce dichiarazione di guerra nella storia”.

Kim aggiunge che penserà “con serietà a esercitare una corrispondente contromisura ad altissimo livello di durezza” e Trump “pagherà caro per il suo discorso”.

Proprio ieri, il ministro nordcoreano degli esteri, Ri Yong-ho, ha dichiarato che Pyongyang potrebbe eseguire un potente esperimento di “bomba all’idrogeno nell’oceano Pacifico”, e ha aggiunto che “non abbiamo idea di quale azione verrà intrapresa, dato che verrà ordinata dal leader Kim Jong-un”.

Il governo giapponese ha criticato le parole di Kim Jong-un, giudicandole “provocatorie” e “inaccettabili” miranti a scuotere “la sicurezza regionale e internazionale”.

La guerra di parole fra Washington e Pyongyang, insieme agli esperimenti missilistici e nucleari di quest’ultima sono andati intensificandosi in questi mesi, lasciando poco spazio per il dialogo.

Ieri, all’assemblea generale dell’Onu, ancora una volta il ministro cinese degli esteri, Wang Yi ha detto che “il negoziato è l’unica via d’uscita e merita ogni sforzo” e che  “c’è ancora speranza per la pace e non dobbiamo arrenderci”.

Serghei Lavrov, ministro russo degli esteri, ha dichiarato che il suo governo condanna la Corea del Nord, ma “l’isteria militare non è solo un intralcio: è un disastro”.

Ieri all’Onu vi è stato anche l’intervento del presidente sudcoreano Moon Jae-in. “Noi non desideriamo il crollo della Corea del Nord - ha detto - e non cerchiamo la riunificazione con l’assorbimento o con mezzi artificiali”.

“Se la Corea del Nord prende una decisione ora per mettersi dalla parte giusta della storia, siamo pronti ad assistere la Corea del Nord insieme alla comunità internazionale”.

Pur non criticando il bellicoso discorso di Trump all’assemblea, Moon ha detto: “La situazione riguardo al nucleare della Corea del Nord richiede di essere maneggiata con stabilità, affinché le tensioni non si intensifichino in modo eccessivo e che accidentali scontri militari non distruggano la pace”.

Proprio ieri, Seoul ha deciso l’invio di aiuti per 8 milioni di dollari al Nord in alimenti per bambini e donne incinte e in medicinali e vaccini.

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