09/07/2007, 00.00
INDIA - VATICANO
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La Chiesa indiana accoglie con favore il ritorno della messa tridentina

di Nirmala Carvalho
L’arcivescovo di Mumbai, mons. Gracias, sottolinea l’importanza del documento con cui il Papa approva la celebrazione della messa tridentina: “Arricchisce la Chiesa di un grande patrimonio e viene incontro alle necessità dei fedeli”.

Mumbai (AsiaNews) – "Soddisfazione" e speranza di “venire incontro alle necessità pastorali della comunità” arrivano dalla Chiesa indiana dopo la diffusione lo scorso 7 luglio del motu proprio di Benedetto XVI “Summorum Pontificum”. Con esso si afferma che da ora nella Chiesa cattolica la Messa cosiddetta tridentina, nella forma approvata da Giovanni XXIII nel 1962, ha piena cittadinanza. Il motu proprio è promulgato con esplicito riferimento alla ricomposizione dell’unità ecclesiale rotta dallo scisma dei tradizionalisti di mons. Marcel Lefebvre.

Secondo l’arcivescovo di Mumbai, mons. Oswald Gracias, “il motu proprio servirà per due importanti scopi”. “Come prima cosa – argomenta il presule, esperto di diritto canonico – rinnoverà e arricchirà la liturgia con il messale precedente al Concilio Vaticano II, un grande patrimonio per la storia della Chiesa; il motu proprio è segno che il Santo Padre vuole mettere a disposizione della Chiesa tutti i tesori della liturgia latina che per secoli ha nutrito la vita spirituale di tante generazioni di cattolici”. In secondo luogo, “è una riposta ai bisogni pastorali dei fedeli: a Mumabi, il card. Ivan Dias (predecessore di Gracias, ndr) ha mostrato molta sensibilità nel permettere la celebrazione della messa tridentina”. “L’unico problema che intravedo - aggiunge - è il fatto che molti dei nostri sacerdoti non conoscono il latino”. Un ostacolo, però, che ci si prefigge di superare con il tempo. “Nel seminario dell’arcidiocesi di Mumbai - dice ad AsiaNews mon. Gracias - il latino è stato reintrodotto come materia di studio, non a causa del motu proprio, ma perché è una conoscenza essenziale ed importante negli studi ecclesiastici”.

L’arcivescovo, infine, rende noto che informerà lui stesso “in prima persona il clero e i fedeli della diocesi sul motu proprio” e svolgerà “un’opera di sensibilizzazione pastorale per far capire ed applicare in modo corretto” il provvedimento del Papa.

 

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