12/07/2004, 00.00
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La Commissione giustizia e pace: restano intolleranza e discriminazione

Faisalabad (AsiaNews) – Se non si passerà dalla teoria ai fatti, la tolleranza religiosa è destinata a rimanere un'illusione in Pakistan, così come le discriminazioni, nonostante tutti i governi, civili e militari, abbiano fatto promesse e alimentato grandi aspettative.

Lo denuncia la Commissione nazionale di giustizia e pace (National Commission for Justice and Peace, NCJP), nel suo ottavo rapporto sui diritti umani dedicato, quest'anno, alla situazione delle minoranze religiose in Pakistan, Paese a maggioranza musulmana. Il dossier, in 150 pagine, copre tutti gli aspetti e problematiche quotidiane delle minoranze nel Paese.

Detenuti

Episodi di intolleranza religiosa sono all'ordine del giorno anche nelle prigioni pakistane. I regolamenti carcerari prevedono 6 mesi di riduzione della pena per prigionieri musulmani che imparino il Corano a memoria. Concessione negata, invece, ai detenuti non musulmani, eccetto nelle carceri della provincia di Sindh.

Lavoratori Per quanto riguarda i diritti umani dei lavoratori, il rapporto dichiara che la situazione è grave in tutto il Pakistan. La mano d'opera non musulmana, sia nelle fabbriche che nelle fattorie e in casa, rappresenta un facile bersaglio dei soprusi di datori di lavori senza scrupoli. La situazione è peggiore nel settore statale che in quello privato. Manodopera coatta, salari bassi, la carenza o la totale assenza di una sicurezza sociale e lo sfruttamento di minori, sono solo alcuni dei fenomeni che caratterizzano il lavoro di operatori igienici, tessitori, contadini, operai e lavoratori domestici. Le deboli regolamentazioni in vigore, inoltre, non vengono attuate e urgente è il bisogno di una legislazione più adeguata.

Il rapporto rende noto che nel 2003 si sono registrati 24 suicidi tra i non musulmani, di cui 19 erano indù e 5 cristiani (gli uomini 11 e le donne 13).

Libertà religiosa, d'espressione e diritti legali

Riguardo alla libertà religiosa il rapporto della NCJP dichiara che finché le Ordinanze "Hudood", "Qisas", "Diayat" e la legge sulla blasfemia - che basate sul Corano, puniscono anche con la flagellazione e la lapidazione i comportamenti incompatibili con la legge islamica – rientrando nella Codice penale, influenzeranno la Costituzione del Paese, è difficile immaginare la possibilità di una condizione di libertà religiosa. Le minoranze, inoltre, devono affrontare diversi problemi legati al diritto privato, che regola questioni quali matrimonio, divorzio, difesa personale e eredità.

Il Diritto privato previsto per i musulmani condiziona anche quello dei non musulmani. Un matrimonio celebrato con rito cristiano o indù, infatti, cessa di avere effetto o valore se uno dei due coniugi dichiara di essere musulmano. I matrimoni celebrati secondo le Leggi sulla famiglia per i non musulmani possono essere sciolti con effetto immediato in seguito ad una delibera della Federal Shariat Court. La delibera, inoltre, stabilisce che il matrimonio di una donna non musulmana perde valore se dopo l'iddat (tre cicli mestruali) suo marito non si converte all'Islam.

Circa i pregiudizi religiosi il rapporto dice che le serie televisive Mohammad Bin Qasim, Shaheen e Tipu Sultan propongono una visione distorta di fatti storici a svantaggio delle minorità non musulmane. Non è migliore la situazione nel campo dell'istruzione. I programmi scolastici non si ispirano a valori democratici e il comportamento degli insegnanti è discriminatorio nei confronti degli studenti non musulmani.

Le ingiustizie subite dalle minoranze riguardano soprattutto questioni legali. È la legge stessa, secondo la  NCJP, che stabilisce discrimini religiosi: "Essendo l'Islam la religione di Stato…"(Art. 2),  "Il capo di Stato deve essere musulmano (Art.41). Il giuramento del Primo Ministro nel terzo comma dell'Art. 91, inoltre, "consiglia" che questa carica sia riservata ad un musulmano.

Non ci sono organi e istituzioni preposte alla tutela di questa fascia della popolazione. Il Council of Islamic Ideology, che ha poteri su tutta la nazione, nelle sue direttive non tiene in considerazione le esigenze delle minoranze. Un non musulmano, inoltre, non può essere giudice né apparire come avvocato e testimone in processi svolti dalla Federal Shariat Court.

Il rapporto dichiara che nessun'altra legge basata su principi religiosi ha conseguenze così devastanti e di vasta scala sulla popolazione come la Legge sulla blasfemia, che viola la libertà di espressione. Diversi giornalisti, insegnanti, religiosi e persone comuni sono stati colpiti da questa legge. Di recente, ad esempio, Samuel Masih, 32 anni, è stato ucciso da una guardia carceraria con l'accusa di aver buttato rifiuti contro il muro di una moschea. Il declino delle istituzioni politiche, tra corruzione e nepotismo, ha interessato l'intero ingranaggio statale negli ultimi 55 anni. Il ruolo e le finalità di molti dipartimenti nella salvaguardia dei diritti umani è stato ridotto.

Donne

Anche la donna, che ancora non ha raggiunto i pieni diritti nella società pakistana, è vittima di crimini di ogni genere. Le donne appartenenti a minoranze, poi, devono affrontare un doppio pericolo: la discriminazione religiosa e i soprusi sessuali. Segno della serietà del problema è la recente approvazione di un emendamento che introduce la pena di morte per i colpevoli di stupro, ma la cui efficacia deve ancora essere verificata.

Proposte

A conclusione del rapporto, la NCJP ha avanzato diverse proposte.

- L'urgente necessità di costituire in Pakistan una Commissione indipendente e permanente, con poteri giudiziari, che accolga i reclami e le denunce delle minoranze (religiose e non), legata ad una imparziale Commissione d'inchiesta che studi le condizioni di vita delle minoranze religiose e delle donne e le renda note al governo e al Paese.

- Accogliere inviati ONU che analizzino lo stato della tolleranza religiosa rispetto al mandato del governo e lo impegnino a firmare un documento con proposte di miglioramento.

- L'immediata abolizione della Costituzione del Pakistan e delle leggi che discriminano le minoranze religiose e sono fonte di tensioni sociali.

- La regolamentazione della posizione contrattuale di tutti gli operatori ecologici con un salario che preveda le cure mediche di base a carico del datore di lavoro.

- L'emissione di un atto che abolisca i limiti di accesso delle minoranze ai servizi e ne riabiliti così l'immagine nella società.

- Il riconoscimento e il rispetto, da parte del governo, di tutte le religioni affinché si possa procedere verso uno miglioramento delle condizioni sociali.

- L'istruzione obbligatoria  e gratuita per tutti e un'accurata revisione dei programmi scolastici per i più piccoli, con lo scopo di rimuovere materiale che spinga al pregiudizio religioso. (QF)

 

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