01/08/2009, 00.00
COREA DEL SUD
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La Corea celebra Thomas An Jung-geun, il “santo” assassino

di Theresa Kim Hwa-young
Grandi celebrazioni per il centenario dell’omicidio del reggente dell’impero giapponese in Corea, ucciso nel 1909 da combattente per la liberazione del Paese, nazionalista e cattolico. Mentre l’opinione pubblica lo ha proclamato icona dell’orgoglio nazionale, la Chiesa coreana è divisa sulla sua figura di uomo di pace che ha ucciso per sostenere i suoi ideali.
Seoul (AsiaNews) - È passato alla storia per un assassinio: l’omicidio di Hirobumi Ito, reggente dell’impero giapponese in Corea nel 1909. Da allora il cattolico Thomas An Jung-geun è rimasto una delle figure più controverse della storia coreana. E oggi, mentre il Paese si prepara a celebrare il suo gesto, torna in modo prepotente al centro dell’attenzione.
 
L’omicidio di Ito costò la vita a Thomas An, che venne giustiziato il 26 marzo del 1910. Da allora è divenuto l’icona dell’orgoglio nazionale sino ad ricevere post-mortem, nel 1962, l’Ordine al merito per la fondazione della nazione. Ha ispirato romanzi, libri, film e la sua figura vanta ancora grande rispetto soprattutto tra i giovani.
 
I libri di storia lo considerano un patriota nazionalista, martire per l’indipendenza del Paese, ideologo di una pace pan-asiatica, ma a queste definizioni ne possono essere aggiunte molte altre. Di certo va aggiunto il fatto che An era cattolico ed il suo nome di battesimo era Thomas. Per questo la sua figura è motivo di dibattito anche all’interno della Chiesa. C’è chi lo considera come un santo e chi invece non giustifica l’assassinio e non accetta la spiegazione che Thomas An Jung-geun diede durante il processo: “Ho ucciso Ito perché era un ostacolo alla pace in Asia e impediva le relazioni tra Corea e Giappone. Era un mio compito organizzare l’assassinio poiché ero tenente generale dell’esercito di resistenza coreana”.
 
Il defunto card. Kim Sou-hwan ha sempre dimostrato profondo rispetto per Thomas An. I circoli cattolici dibattono ancora oggi sulla sua figura e soprattutto sul progetto pan-asiatico che indicava come unica vera soluzione per un futuro di pace in Corea e con i vicini Cina e Giappone.
 
La dedizione alla pace di Thomas An,  il suo impegno per la libertà del Paese non sono messi in discussione da nessuno. Le cronache raccontano che anche i suoi carcerieri erano rimasti colpiti dalla sua cordialità e dall’incrollabile certezza che il bene dei popoli non poteva essere perseguito con le armi. Ma il gesto che compì il 26 ottobre 1909, il colpo sparato contro Ito resta un punto non risolto della sua figura, motivo di dibattito soprattutto per la comunità cristiana.
 
Oggi i fedeli cattolici vedono con i loro occhi i risultati di quella politica di guerra e divisioni che Thomas An combatteva. La Cina comunista e la Nord Corea di Kim Jong-il sono due chiari ammonimenti che danno ragione alla battaglia dell’eroe nazionale di Seoul. Ma la controversia resta aperta. Si aspettano grandi eventi celebrativi a Harbin, luogo dell’omicidio di Ito, e Lushan, dove Thomas An fu giustiziato. Ma la sua figura resta ancora sospesa tra l’ideale di pace propugnato e l’omicidio compiuto per difenderlo: è il volto del “santo” assassino.
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