25/10/2007, 00.00
GIAPPONE – COREA DEL SUD
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Tokyo chiede le scuse di Seoul per il rapimento Kim

La Commissione coreana per lo sviluppo dei servizi segreti ha pubblicato ieri un rapporto che conferma il coinvolgimento dell’allora dittatore coreano, Park Chung-hee, nel rapimento di Kim Dae-jung avvenuto su suolo nipponico. Seoul, per ora, non ammette alcuna responsabilità.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il governo giapponese ha chiesto le scuse di Seoul per il rapimento dell’allora capo dell’opposizione Kim Dae-jung, poi divenuto presidente della Corea del Sud, avvenuto nel 1973 su suolo giapponese con la “tacita approvazione” del dittatore Park Chung-hee. Tuttavia, il governo sudcoreano non ha ancora ammesso formalmente alcuna responsabilità.
 
Nobutaka Machimura, segretario del Gabinetto governativo nipponico, ha detto: “Al tempo del rapimento, il nostro governo ha fatto di tutto per investigare, ma ha fallito. Tuttavia, non sarebbe accettabile sentirci definire i responsabili di quello che è avvenuto. Aspettiamo le scuse di Seoul, che ha violato la nostra sovranità nazionale”.
 
La richiesta è giunta dopo la pubblicazione del rapporto finale della Commissione coreana per lo sviluppo dei servizi segreti, avvenuta ieri, che ha gettato luce su diversi avvenimenti del periodo della dittatura militare in Corea, fra cui il rapimento di Kim e l’esplosione del volo Kal 858. Secondo il testo, “sebbene non vi siano collegamenti diretti con l’allora presidente Park, sono numerose le prove circostanziate che evidenziano il suo coinvolgimento per questi episodi”.
 
Nel 1973, Kim Dae-jung venne rapito da un hotel della capitale giapponese e trasportato in patria, dove venne confinato agli arresti domiciliari. Quasi subito, i sospetti della comunità internazionale si concentrarono sui servizi segreti coreani, che rispondevano direttamente al dittatore: tuttavia, nessuno fu in grado di provarne il coinvolgimento.
 
La situazione trovò una soluzione politica in un accordo siglato nel 1975, che non indicava i responsabili del gesto ma negava responsabilità dei due governi. Dopo la caduta della dittatura, Kim divenne presidente nel 1997 ed aprì un canale di comunicazione con la Corea del Nord. Ha vinto nel 2000 il premio Nobel per la pace.
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