03/06/2020, 08.46
HONG KONG - CINA
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La veglia di Tiananmen a Hong Kong, nonostante il divieto della polizia

di Paul Wang

Gli organizzatori invitano la popolazione ad accendere candele ovunque e partecipare a raduni online. Gruppi di otto persone – unico numero consentito dalle regole anti-pandemia – si raduneranno nel Victoria Park, come ogni anno. I motivi “sanitari” strumentalizzati per attuare una censura sull’evento, unico nel mondo cinese. Online anche la messa per i caduti di Tiananmen e un incontro di preghiera, che si teneva di solito prima della grande veglia.

Hong Kong (AsiaNews) – Nonostante il divieto della polizia, la veglia per gli uccisi in piazza Tiananmen nell’89 si terrà lo stesso, ma con modalità diverse e più sobrie. La polizia ha decretato che il raduno è troppo pericoloso a causa della pandemia e non permette assembramenti superiori a otto persone.

L’Alleanza a sostegno dei movimenti patriottici e democratici della Cina, che ha organizzato la veglia negli ultimi 30 anni, ha chiesto al pubblico di organizzare domani sera degli incontri virtuali online e di accendere delle candele in tutto il territorio. Nel pomeriggio di domani saranno approntati almeno 100 chioschi in diversi punti per distribuire candele alla gente.

Alcuni gruppi hanno programmato di andare al Victoria Park, il luogo tradizionale dove si è sempre tenuta la veglia, e di radunarsi a gruppi di otto o individualmente, per sfuggire al divieto della polizia.

Dal 1990, in modo ininterrotto, al Victoria Park si sono radunate centinaia di migliaia di persone per una veglia a lume di candela in cui attraverso elegie, preghiere, offerte di fiori e discorsi si è fatta memoria dei caduti in piazza Tiananmen.

Nella notte fra il 3 e il 4 giugno, i carri armati e l’esercito cinese hanno sgombrato la piazza, occupata da alcune migliaia di giovani dimostranti uccidendoli con fucili e maciullandoli sotto le ruote dei carri armati. I giovani, studenti e operai erano da mesi in sit-in nella piazza per domandare democrazia e fine della corruzione. Secondo organizzazioni indipendenti, quella notte sono state uccise da 200 a 2mila giovani. Il governo cinese non ha mai voluto rendere pubblico il numero delle vittime. In compenso ha avvolto il massacro con il silenzio: chiunque in Cina osa ricordare quell’evento anche alla lontana, è colpito dalla censura e dalla prigione.

Hong Kong è stato finora l’unico luogo su suolo cinese in cui il massacro di Tiananmen è stato ricordato ogni anno. A Macao vi sono state talvolta delle manifestazioni, ma esse non hanno mai avuto l’ampiezza della veglia di Hong Kong, dove lo scorso anno hanno partecipato 180mila persone.

Per l’occasione, molte persone dalla Cina hanno cercato di arrivare ad Hong Kong per parteciparvi.

Alla veglia hanno sempre partecipato gruppi di cristiani, cattolici e protestanti. Prima dell’evento principale, i cristiani si radunavano in un angolo del Victoria Park per un momento di preghiera, per poi rifluire nell’assemblea comune.

Quest’anno, è prevista una messa e un momento di preghiera online, dal titolo “Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore tuo Dio cammina con te” (Deut. 31,6).

Il divieto della veglia per motivi “sanitari” non convince gli organizzatori che considerano questi motivi una scusa per cancellare anche da Hong Kong la memoria di Tiananmen. A questo si aggiunge la decisione presa da Pechino la scorsa settimana di approntare una legge sulla sicurezza che verrebbe ad accrescere il controllo con spie e poliziotti sulla popolazione, cancellando il principio “Un Paese, due sistemi” su cui si fonda il carattere liberale di Hong Kong rispetto alla dittatura politica e culturale della Cina.

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