30/03/2007, 00.00
PAKISTAN
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La violenza “talebana” si diffonde a Islamabad

di Qaiser Felix
Liberate oggi le tre donne catturate dalle studentesse di una madrassah, una di loro ha dovuto confessare “comportamenti immorali”. C’è timore che l’intero Paese possa diventare preda di una violenza di stampo talebana. Parla ad AsiaNews il presidente dell’All Pakistan Minorities Alliance: “E’ sbagliato lasciar fare giustizia a piccoli gruppi e non alla legge”.
Islamabad (AsiaNews) – Sono state rilasciate oggi le donne catturate tre giorni fa in Pakistan da studentesse di una scuola islamica di Islamabad, che le accusavano di gestire un bordello. Il caso, però, è risolto solo in apparenza: vi è forte preoccupazione tra la comunità pakistana per la mancata reazione del governo all’attacco estremista condotto il 27 marzo dalle estremiste, che avevano preso in ostaggio le tre donne e un bimbo di sei mesi.
 
Il presidente dell’All Pakistan Minorities Alliance (Apma), Shahbaz Bhatti, ha riferito ad AsiaNews che “l’Apma condanna con fermezza l’azione delle studentesse dell’istituto femminile di Jamia Hafsa. L’azione va contro la legge, è immorale, viola la Costituzione del Pakistan e rappresenta un tentativo di diffondere la violenza talebana nella capitale”.
La polizia ha arrestato le insegnanti Tasleem Bibi e Seyeda Bibi della madrassah Hafsa insieme a due attivisti, Qari Aziz e Maroof. Mercoledì i leader e centinaia di attivisti – uomini e donne – delle madrassah locali hanno sequestrato due guardie di sicurezza in segno di protesta per l’arresto dei loro quattro sostenitori, due dei quali sono le insegnanti della madrassah Hafsa. Anche i due agenti sono stati rilasciati oggi.
 
Le tre donne hanno riottenuto la libertà dopo che “Aunty Shamim”, presunta proprietaria del bordello, ha letto una confessione in cui ammette di aver compiuto “atti immorali” e promette di vivere da oggi in avanti secondo la legge di Dio. Subito dopo il rilascio ha denunciato che la confessione le è stata estorta e si è detta innocente, spiegando che aveva solo dato in affitto una stanza ad una donna che poi forse ne ha fatto un uso inappropriato.
 
Dopo il raid al bordello, le alunne della madrassah si sono barricate nei negozi della zona per alcuni giorni. Secondo il Dawn sarebbero state in qualche modo incoraggiate dall’atteggiamento avuto dal governo quando, due mesi prima, avevano occupato una libreria per bambini che controllano tuttora.
 
L’imam della moschea, Ghazi Abdul Rashid, aveva avvertito che “le donne non saranno rilasciate se non verrà fatta una forte denuncia nei loro confronti per le loro attività immorali”. Secondo gli ufficiali della sicurezza, gli ulema stanno cercando di fare proselitismo nella città in nome del jihad.
 
Il deputato della commissione di Islamabad, Chaudhry Mohammad Ali, ha detto che gli ulema utilizzano con abilità la radio e che nella mattinata di mercoledì hanno occupato per un’ora quattro frequenze FM, dalla 92 alla 96, per diffondere il loro messaggio propagandistico.
“Questo attacco violento e il sequestro delle donne ad opera degli studenti delle madrassah è allarmante e pericoloso - ha detto il presidente dell’Apma – perché se c’è qualcosa di sbagliato è lasciar fare giustizia agli studenti e non alla legge. Questo tipo di avvenimenti incoraggerebbe il comportamento ‘talebano’ non solo nella capitale ma anche nell’intero Paese. Al momento questa gente è guidata dalla filosofia dei talebani e di al Qaeda e vuole imporre la cultura islamica,  il governo dovrebbe fermarli immediatamente. Questo stato di cose è il risultato dell’indulgenza del governo nei loro confronti”.
 
Secondo Bhatti se il governo non è capace di controllare questi avvenimenti nella capitale non può fermare il terrorismo e l’estremismo nelle altre parti del Paese. L’Apma è molto interessata a questo problema e spinge il governo a controllare questo fenomeno prima che si diffonda in tutto il Paese.
“Agli studenti delle madrassah – conclude Bhatti - si deve garantire libertà di religione ma loro devono porre fine alle violenze e ai sequestri. Altrimenti, davanti a questi episodi che mostrano la mancanza di legalità del Paese, come si può sostenere di vivere in un Paese civile”.
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