21/07/2015, 00.00
PAKISTAN
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Lahore, due cristiani arrestati per blasfemia: rischiano la pena di morte

I due fratelli sono stati accusati di contenuti irrispettosi sul proprio sito web. Dopo quattro anni di fughe all’estero e ritorni in patria, Qaisa e Amoon sono detenuti nella stessa prigione di Lahore. Il Centro di aiuto legale per i cristiani (Claas) si occupa del loro caso.

Lahore (AsiaNews/Claas) – Due fratelli cristiani sono stati arrestati per blasfemia dopo che uno di essi è stato accusato di possedere materiale irrispettoso nei confronti dell’Islam sul proprio sito internet. Il fascicolo è stato aperto contro Qaisar e Amoon Ayub, cittadini di Lahore, e le accuse risalgono al 2011.

Qaisar si è difeso dicendo di aver chiuso il sito internet nel 2009 e che uno dei suoi “amici” musulmani, Shahryar Gill, è riuscito in qualche modo a restaurarlo mantenendo il copyright di Qaisar.

I fatti risalgono al 2010, quando il cristiano era un impiegato per l'estero al Raja Center di Lahore. Qaisar è sposato con Amina e ha tre figli, mentre Amoon è sposato con Huma, insegnante della Cathedral School di Lahore.

Dopo una lite con colleghi di lavoro per futili motivi, Qaisar ha iniziato a ricevere minacce di morte dai suoi compagni e si è dovuto nascondere. La situazione è poi peggiorata ed entrambi i fratelli sono stati costretti a volare a Singapore senza dirlo alle proprie mogli. Dopo un mese hanno fatto ritorno in Pakistan e hanno raccontato loro tutta la storia.

La situazione è rimasta tesa, così hanno dovuto lasciare il Paese ancora nel 2009, questa volta per la Thailandia, ma dopo tre anni, nel 2012, sono tornati in patria. Un amico ha informato Qaisar che la polizia lo stava cercando perché gli era stata rivolta un’accusa di blasfemia.

Il 10 novembre 2014, mentre era al lavoro presso il Kids Campus Dha, Amoon è stato fermato. La polizia gli ha chiesto informazioni su suo fratello e gli ha consigliato di rimanere nascosto perché accusato per la sezione 109-A PPC del codice penale (cospirazione).

Qaisar è stato arrestato poco dopo e mandato alla prigione del distretto di Jhelum. Stanco di una vita miserabile in Pakistan, Amoon ha deciso di lasciare il Paese ma il 17 novembre 2014 è stato arrestato dalla Polizia per l’immigrazione all’aeroporto di Lahore. Gli agenti lo ha spedito nella stesa prigione del fratello, con la stessa accusa.

Dopo aver tentato, senza risultati, di ottenere la liberazione del marito, la moglie di Amoon, Huma, si è rivolta nel giugno di quest’anno al Center for Legal Aid, Assistance and Settlement (Claas), un’organizzazione interconfessionale che si occupa dei cristiani perseguitati in Pakistan con accusa di blasfemia e grazie altre leggi discriminatorie. Claas fornisce sostegno legale in modo gratuito alle vittime di intolleranza religiosa nel Paese.

Il figlio di 14 anni di Qaisar ha avuto problemi mentali dovuti all’arresto del padre, e Claas si è occupato delle sue cure sta facendo tutto il possibile per sostenere entrambe le famiglie, sia con le azione che con la preghiera.

Gli avvocati di Class forniscono assistenza legale a entrambi i fratelli e li hanno visitati più volte in carcere. Faranno richiesta per il rilascio su cauzione non appena finiranno le vacanze per la fine del Ramadam.

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