30/10/2012, 00.00
INDONESIA
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Lampung, 14 morti e migliaia di sfollati negli scontri fra nativi e migranti balinesi

di Mathias Hariyadi
Decine le abitazioni date alle fiamme, mentre i reparti della sicurezza cercano di mantenere la calma. All’origine delle violenze un banale episodio che ha visto coinvolti giovani balinesi, in maggioranza indù, e due ragazze della zona. Sempre più a rischio la visione multietnica e multiculturale dell’Indonesia.

Jakarta (AsiaNews) - È di almeno 14 vittime confermate, decine di case incendiate e migliaia di sfollati il bilancio delle violenze etniche e confessionali che hanno colpito la cittadina di Kalianda, nella provincia indonesiana di Lampung, sull'isola di Sumatra, 150 km a ovest di Jakarta. Al momento vi sono circa 3mila uomini della forze di sicurezza a presidiare l'area, nel timore di nuovi attacchi contro i discendenti di etnia balinese che da decenni vivono nella zona. Gli scontri sono iniziati il 28 ottobre, per poi proseguire per tutta la giornata di ieri mentre la tensione resta elevata anche oggi. Analisti ed esperti osservano come questo nuovo episodio di conflitto fra gruppi sia prova della precarietà dell'equilibrio sociale, economico e culturale che vive oggi l'Indonesia, la nazione musulmana più popolosa al mondo e sulla carta "multietnica, multiculturale e garante della libertà religiosa".

Fonti locali parlano di decine di case, automobili, motocicli appartenenti a gruppi locali di discendenti balinesi - nel villaggio di Balinuraga - dati alle fiamme o danneggiati. Al momento è ancora incerta l'identità degli assalitori, anche se le responsabilità dell'agguato convergono sui nativi locali che, a migliaia, armati con bombe molotov e ordigni rudimentali, hanno preso di mira la minoranza etnica.

A innescare gli scontri pare sia stato un banale episodio: due giovani balinesi avrebbero cercato di avvicinare due native a bordo del loro motociclo. Le due giovani hanno avuto un piccolo incidente, riportando lievi ferite. Ma ciò è bastato per scatenare la reazione dei locali - di origine musulmana - che hanno lanciato un attacco contro i balinesi, a stragrande maggioranza di fede indù.

Armati di bombe incendiarie e armi da fuoco rudimentali hanno preso di mira case, beni e proprietà appiccando fuoco e compiendo devastazioni. Secondo le ultime stime vi sarebbero anche 14 morti, assieme a migliaia di sfollati. Migliaia di agenti hanno cercato di riportare la calma, ma la tensione resta alta e le autorità non escludono nuovi scontri nelle prossime ore.

La provincia di Lampung è un territorio a maggioranza musulmana, all'intero del quale risiedono anche diverse popolazioni non-native della zona, che hanno fedi religiose, origini etniche e tradizioni diverse.

All'origine di questa commistione la politica di "trasmigrazione" promossa dal presidente Suharto, al potere tra il 1966 e il 1998, mirata a svuotare le aree più popolose come l'isola di Java, per "riempirne" altre con una densità abitativa di gran lunga inferiore. Tra queste le province di Bengkulu, Riau, South Sumatra e, appunto, Lampung dove i migranti hanno poi stabilito la dimora, promosso attività e praticato il culto di appartenenza. 

 

 

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