15/12/2015, 00.00
INDIA – VATICANO
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Leader bahai: Giubileo della Misericordia per cristiani, bahai, musulmani ed ebrei

di A. K. Merchant*
A. K. Merchant condivide con AsiaNews una riflessione sul significato dell’Anno Santo per la comunità bahai. Il fondatore ha detto: “Se i tuoi occhi sono rivolti verso la misericordia, rinuncia alle cose che creano profitto solo per te e aderisci a quello che giova all’umanità”. La struttura di un anno santo è comune a cristiani, ebrei, buddisti e indù. L’esempio di papa Francesco, che vuole una Chiesa “ospitale”, che cura e risana le ferite del suo gregge.

New Delhi (AsiaNews) – L’Anno Santo della Misericordia “è la dimostrazione spirituale che la Chiesa cattolica mondiale si muove al passo con i tempi”. Lo dice ad AsiaNews A. K. Merchant, leader della comunità bahai in India. Egli ritiene che “l’appello del papa alla misericordia, centrato soprattutto sul perdono e la riconciliazione, va al di là di un semplice appello al rinnovamento spirituale”, soprattutto “in un momento storico in cui sembra che l’immoralità eccessiva e la violenza senza senso abbiano superato ogni limite”.

Il leader religioso sostiene una profonda unità di intenti tra la misericordia cristiana e i valori della comunità bahai. Come nel Nuovo Testamento Gesù invita ad “essere misericordiosi come il Padre vostro”, anche il fondatore della fede bahai diceva: “Se i tuoi occhi sono rivolti verso la misericordia, rinuncia alle cose che creano profitto solo per te e aderisci a quello che giova all’umanità”. Le opere di misericordia corporale e spirituale, richiamate nella Bolla d’indizione del Giubileo, sono “testimoniate dai viaggi pastorali del papa e sono condivise anche dai fedeli bahai. Servire gli oppressi e i meno fortunati è parte integrale della dottrina dei seguaci di Baha’u’llah, che condividono con i fratelli e suore cristiani le sette opere di misericordia”.

L’esempio di papa Francesco che dice che la professione di fede cristiana nella misericordia di Dio “ci lega all’ebraismo e all’islam, perché entrambi considerano la misericordia uno dei più importanti attributi di Dio”. Traduzione dall’inglese a cura di AsiaNews.

L’indizione di un Anno giubilare della Misericordia, voluto da papa Francesco, è la dimostrazione spirituale che la Chiesa cattolica mondiale si muove al passo con i tempi. Il precedente Giubileo era stato indetto da san Giovanni Paolo II per celebrare il millennio. Questo Anno Santo della Misericordia è iniziato l’8 dicembre 2015 con la festa dell’Immacolata Concezione e terminerà il 20 novembre 2016 con la festa del Cristo Re. Con l’apertura della Porta santa della basilica di S. Pietro a Roma, la prima del 21mo secolo, il papa ha invitato l’intera comunità cristiana a offrire una speciale dimostrazione di misericordia e compassione per tutta l’umanità, in un momento storico in cui sembra che l’immoralità eccessiva e la violenza senza senso abbiano superato ogni limite.

In particolare, nell’ultimo anno è diventato evidente che nelle varie nazioni – in modi diversi – gli ideali spirituali che avevano unito insieme e legato le società sembrano diventare sempre più logori ed esausti. Per questo motivo l’appello del papa alla misericordia, centrato soprattutto sul perdono e la riconciliazione, va al di là di un semplice appello al rinnovamento spirituale. Per i membri della comunità bahai nel mondo, l’Anno Santo dovrebbe servire a ricordare di accrescere nei cuori l’amore di Baha’u’llah [fondatore della comunità – ndr], in modo da compiere il compito urgente del loro piano globale che termina il 21 aprile 2016 con la festa di Ridván (Paradiso) [la più importante ricorrenza religiosa per la comunità e coincide con la rivelazione del fondatore – ndr]. Il principio dell’unità dell’umanità, come professato da Baha’u’llah, richiede non solo la cooperazione tra popoli e nazioni. È una vera e propria chiamata ad una completa riconcettualizzazione dei rapporti su cui si fonda la società attuale.

Infatti la struttura concettuale di un anno santo non appartiene ad una sola religione. Essa compare nell’ebraismo, nella fede bahai, nei sistemi religiosi orientali come l’induismo e il buddismo. Da quando la comunità bahai ha avuto inizio, 172 anni fa, abbiamo avuto due occasioni di anni giubilari: la prima nel 1952-1953, con i 100 anni dalla prima rivelazione della missione divina di Baha’u’llah; la seconda nel 1992-1993 per i festeggiamenti del centenario della sua ascensione. Per la nostra comunità lo scopo dichiarato di un tempo sacro, come l’Anno della Misericordia, è un invito ad allinearci con il comando di Dio: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro (Luca 6,36)”. E Baha’u’llah dice: “Se i tuoi occhi sono rivolti verso la misericordia, rinuncia alle cose che creano profitto solo per te e aderisci a quello che giova all’umanità”.

Papa Francesco ha detto: “È un viaggio che inizia con una conversione spirituale”. Ma cos’è la misericordia e come si può praticare in modo concreto? Nessuno può negare che Dio è misericordia superlativa e il suo secondo nome è amore. Mentre riflettiamo sul significato profondo dell’anno giubilare, ricordiamo l’importanza della remissione dei peccati e del perdono universale. Dio ha scelto di stabilire il suo trono di misericordia, piuttosto che di giustizia. Se così non fosse stato, la creazione sarebbe morta all’istante. Dal punto di vista storico, per la Chiesa c’è una linea ininterrotta tra professare la misericordia e rimanere sempre fedele alla sua virtù primaria, che è il diritto e il dovere di fare appello alla misericordia di Dio. Anche le altre comunità religiose e le diverse tradizioni spirituali hanno dato grande risalto all’incarnazione della misericordia di Dio e hanno apprezzato il contribuito reso dalla comunità cattolica nel campo dell’educazione, delle cure sanitarie, dell’assistenza ai malati, nel dare da mangiare gli affamati, visitare i carcerati e badare alle persone abbandonate. Questo è quello che papa Francesco ha mostrato in varie occasioni nelle visite pastorali degli ultimi mesi. Servire gli oppressi e i meno fortunati è parte integrale della dottrina dei seguaci di Baha’u’llah, che condividono con i fratelli e suore cristiani le sette opere di misericordia: ammonire i peccatori; insegnare agli ignoranti; consigliare i dubbiosi; consolare gli afflitti; sopportare pazientemente le persone moleste; perdonare le offese; e pregare per i vivi e per i morti. Come riporta il sito internet del Vaticano, l’anno giubilare affonda le sue radici nella tradizione ebraica che prevedeva un anno santo per il popolo ebraico da celebrare ogni 50 anni. I debiti erano cancellati, gli schiavi liberati e le terre riconsegnare ai loro “legittimi proprietari”. Papa Francesco da lungo tempo ha segnalato il suo desiderio di cambiare l’atteggiamento della Chiesa, dalla condanna degli illeciti ad una Chiesa più indulgente nei confronti del suo gregge e più comprensiva delle difficoltà che i fedeli affrontano ogni giorno. Questo Anno giubilare straordinario è un’opportunità reale per esprimere questo desiderio e creare una Chiesa che è “campo ospitale”, che cura e risana le ferite del suo gregge. Egli ha dato inizio al Giubileo aprendo la Porta santa di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, durante il suo recente viaggio in Africa. Questo è stato uno dei tanti gesti simbolici che il papa ha fatto in una nazione lacerata dal conflitto tra cristiani e musulmani. Il papa ha anche specificato che vuole questo giubileo per aprire un anno di “fervente dialogo” tra cristiani, musulmani ed ebrei, in modo che tutti coloro che credono in Dio misericordioso possano mostrare più misericordia l’un l’altro, scacciando la violenza, il disprezzo e la discriminazione. Egli ha detto che la professione di fede cristiana nella misericordia di Dio “ci lega all’ebraismo e all’islam, perché entrambi considerano la misericordia uno dei più importanti attributi di Dio”.

In un anno segnato da conflitti cruenti, attacchi terroristici e disastri naturali in tutto il mondo, ci si aspetta che il giubileo attiri milioni di pellegrini a Roma, dove le autorità cittadine e il Vaticano stanno lavorando insieme per garantire la sicurezza.

*Amministratore nazionale del Lotus Temple & Baha’i Community of India, presidente dell’Assemblea spirituale dei bahia di Dehli, segretario generale del Temple of Understanding – India (associazione interreligiosa accreditata presso le Nazioni Unite)

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