19/08/2016, 11.57
PAKISTAN
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Madre Teresa, santa “amata dai musulmani che ha cambiato la mia vita”

di Kamran Chaudhry

Il vescovo di Faisalabad ricorda con AsiaNews il suo primo incontro con la fondatrice delle Missionarie della Carità: “Stavo per essere ordinato sacerdote e ne ero entusiasta. Mi ha risposto: ‘Bello, ma non basta. Al mondo servono buoni sacerdoti’”. Il rispetto degli islamici e l’esempio dato al mondo.

Faisalabad (AsiaNews) – “Va bene, stai per diventare sacerdote e questo è bello. Ma ricorda che al mondo non servono soltanto dei sacerdoti. Servono buoni sacerdoti”. È il consiglio che Madre Teresa di Calcutta diede al giovane Joseph Arshad, che una settimana dopo il loro incontro sarebbe stato ordinato. Oggi quel giovane è vescovo della diocesi di Faisalabad, e ricorda con AsiaNews il contributo dato dalla prossima santa alla vita sua e del Pakistan.

Il primo viaggio della Madre nella Repubblica islamica avvenne nel 1991: “Mancavano pochi giorni alla cerimonia dell’ordinazione sacerdotale, e ho avuto il piacere e l’onore di condividere con lei l’eccitazione per quello che stava per accadermi. Dalla sua piccola borsa tirò fuori una statuina della Vergine e me la diede, insieme a quel consiglio che ho cercato di fare mio per tutta la vita”.

Nel corso del viaggio in Pakistan, Madre Teresa volle visitare il seminario di santa Maria a Lahore; aprì inoltre una “Casa dell’amore” per le Missionarie della Carità e tenne un incontro con un’enorme folla di fedeli nella cattedrale di san Patrizio a Karachi. Anche i musulmani, ricorda oggi mons. Arshad, la amavano: “I nostri fratelli e sorelle islamici l’hanno sempre onorata, arrivando a definire i maggiori filantropi del Paese come ‘Madre Teresa del Pakistan’. Un esempio viene da Abdul Sattar Edhi”. Il riferimento del presule è al notissimo attivista, scomparso lo scorso luglio a Karachi dopo una vita spesa per i poveri e per gli afflitti.

Questo riconoscimento e questo amore non sono casuali: “Madre Teresa ci ha insegnato l’importanza di servire l’umanità e ha speso la sua vita nel farlo, come esempio vivente e stimolo per tutti noi. Ci ha mostrato che se dici di amare Dio allora devi amare il Suo popolo senza compromessi. Ecco perché ha portato avanti la ‘chiamata nella chiamata’ fondando una sua congregazione”.

Il vescovo è stato il primo pakistano a essere chiamato nel servizio diplomatico della Santa Sede: “Nei miei viaggi all’estero ho sempre cercato i conventi e le case delle Missionarie della Carità. Ho cercato di passare con loro i momenti liberi, perché quel tempo mi ha sempre regalato pace. Mi ha fatto sentire più vicino a Dio”. Dopo la cerimonia di canonizzazione, il prossimo 4 settembre in piazza San Pietro, mons. Arshad incontrerà le Missionarie che operano nella sua diocesi. L’11 settembre si terrà invece una messa solenne in onore della nuova santa nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo a Faisalabad.

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