23/08/2016, 10.44
ITALIA-VATICANO
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Madre Teresa: Portare Gesù ai poveri e i poveri a Gesù. Le rivelazioni e le visioni (II)

di Sebastian Vazhakala, MC

“Rifiuterai di fare questo per me?”: è la domanda che Gesù ha posto a Madre Teresa di Calcutta in una delle sue esperienze mistiche. La vita della futura santa è stata la risposta a questa domanda. P. Sebastian Vazhakala continua il suo racconto dell’incontro con la Madre di Calcutta. La forza del suo vivere, e quella di tutti i Missionari e le Missionarie della Carità, è l’assimilazione con Gesù. Amore fino alla fine, anche nell’aridità.

Roma (AsiaNews) – Nel mio primo incontro con Madre Teresa mi ha colpito la sua fede semplice e la sua convinzione. Da come parlava si capiva che quello che diceva non erano parole a vanvera: la sua vita e la sua opera andavano insieme; lei diceva quello che viveva. Quando l’ho incontrata nel 1962 non mi ha colpito la sua persona in sé, tanto più che allora non era famosa come adesso. C’era qualcosa in lei che mi attirava: il modo con cui viveva il Vangelo. Anche mio padre mi ha insegnato a vivere il Vangelo per i poveri, per i più bisognosi, per gli altri. E lei faceva lo stesso. Eppure in lei c’era qualcosa di speciale, che ho capito molti anni dopo. Quando fai l’opera di Dio, il cuore diventa diverso: il cuore si riempie di gioia che irradia all’esterno e la persona è più certa, senza la tentazione di guardare agli altri.

Ad esempio, noi passiamo il tempo a giudicare quello che fa uno o l’altro. Se in una situazione vediamo delle persone nel bisogno, ci chiediamo subito di chi è la colpa, chi deve fare qualcosa. Ed è facile criticare: deve fare il sindaco, il vescovo, il sacerdote, questo, quell’altro.

Madre Teresa, quando ha visto la situazione di Calcutta non ha domandato: Ma perché il sindaco, il ministro, il vescovo di Calcutta non fanno qualcosa? No, si è posta solo una domanda: Cosa posso fare io? Solo dopo la sua morte si è capito che questo dono di sé era la sua vocazione di Missionaria della Carità, a cui Gesù stesso gli aveva domandato di aderire.

Dopo la sua morte sono emersi alcuni documenti scritti da lei a mano che io conservo in cui la Madre parla delle visioni e delle missioni a cui è stata chiamata da Gesù e da Maria.

La prima visione – lo racconta lei in quei documenti – era una grande folla fatta di bambini, poveri, malati. Lei stava in mezzo a loro e tutti avevano le mani alzate verso di lei e le dicevano: Vieni, vieni a salvarci, portaci Gesù.

Nella seconda visione vi è la stessa folla sterminata, ma piena di tristezza. Allora Madre Teresa ha visto la Madonna in ginocchio dietro di lei che le diceva: Questi sono miei. Portali a Gesù e porta loro Gesù. Non aver paura e insegna loro a recitare il rosario. E Maria ha aggiunto: Gesù ed io saremo qui con te e con i tuoi figli.

Nella terza visione avviene qualcosa di simile alla visione del crocefisso che parla a san Francesco nella chiesa di san Damiano e che gli dice: Va’ ripara la mia Chiesa.

Nella visione vi è Gesù in croce, la Madonna un po’ distante e Madre Teresa davanti a Maria. La Madonna aveva la mano sinistra sulla sua spalla e insieme guardavano Gesù sulla croce. E Gesù gli dice: Io ti ho chiesto; loro [la folla] ti ha chiesto; mia Madre ti ha chiesto. Rifiuterai di fare questo per me?

Il giorno di queste visioni era il 10 settembre 1946, che sarà poi chiamato “il giorno dell’Ispirazione” o della “chiamata nella chiamata”.

Fino a quel momento, Madre Teresa, che era entrata anni prima nelle Suore di Loreto, viveva come insegnante ed era felice e quindi non si capisce perché doveva lasciare il convento. Ma dopo quel giorno, ha deciso di seguire Gesù e di servire i poveri.

Gesù gli aveva detto: Piccola mia, vieni, vieni, portami nei buchi dei poveri. Vieni, sii la mia luce. Io non posso andare solo. Essi non mi conoscono e perciò non mi vogliono. Vieni tu e vai in mezzo a loro. Porta me con te fra loro… Nel tuo amore per me essi vedranno me, conosceranno me, vorranno me”.

Questa è l’opera di Madre Teresa, che è opera di Gesù. Ogni volta che la Madre andava fuori, a trovare i poveri, qualsiasi opera che lei faceva, andava con Gesù, operava con Gesù.

Alle sue suore metteva davanti agli occhi l’esempio di Maria che va a trovare la cugina Elisabetta. E Maria corre con gioia e in fretta dalla cugina portando Gesù che si stava formando nel suo grembo. Allo stesso modo, Madre Teresa e tutte le suore oggi, ogni mattina partecipano alla messa, fanno la comunione, poi l’adorazione del Santissimo e poi vanno per le strade. Ogni suora, ogni missionario va con Gesù. E quello che i missionari della Carità fanno non è opera loro, ma di Gesù; noi siamo suoi strumenti. Per Madre Teresa questo era molto chiaro. Lei diceva sempre: Io sono la matita di Dio, un puro strumento.

Lei stessa si considerava un nulla. In una dei dialoghi con Gesù, la Madre gli dice: Gesù, io sono indegna peccatrice e debole. E Gesù le risponde: È per questo che io ti voglio. In tal modo sarà conosciuta la mia Gloria. Perché così l’opera diventa opera di Dio e non propria e il Padre viene glorificato da queste opere buone.

Nel mio primo incontro a Calcutta con la Madre, lei ha proprio insistito su questo: quello che lei faceva non era opera sua, ma di Cristo.

A rafforzare questa unità fra lei e Gesù, vi è stato un matrimonio mistico. In uno dei dialoghi Gesù la chiama “Piccola mia, tu sei la mia sposa”. Quando un pezzo di ferro si attacca a una calamita, il ferro acquista la stessa potenza della calamita e ha la forza di attirare. Allo stesso modo, la Madre è divenuta una sola cosa con Gesù, capace di attirare. Ecco perché ancora oggi il mondo è così colpito da questa donna, questa piccola suora con un grande cuore di amore: il suo cuore è stato trasformato dall’unione con Gesù.

In fondo, è questo il segreto della vita di Madre Teresa, anche del suo periodo di aridità, cominciato negli anni ’50 e proseguito per il resto della vita. In quel periodo lei si sentiva abbandonata da Gesù, arida nella preghiera, ma lei è rimasta fedele al suo amore sponsale per Cristo, fino all’ultimo respiro. E il matrimonio non è questo? Non è fedeltà e amore fino alla fine?

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