26/03/2007, 00.00
IRAN – ONU - GB
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Minacce e la cattura dei marinai inglesi: Teheran reagisce alle sanzioni

Il regime annuncia la sospensione parziale della collaborazione con l’Aiea e la “revisione” dei rapporti con i Paesi che hanno promosso le sanzioni. Preoccupazioni nel mondo arabo.

New York (AsiaNews/Agenzie) – Limitazioni verso l’Agenzia atomica e la cattura dei 14 marinai inglesi – minacciati di essere processati come spie - appaiono le prime reazioni di Teheran alla decisione presa sabato all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’Onu di applicare nuove sanzioni all’Iran per il suo rifiuto di eseguire l’ordine dell’Onu di fermare il suo programma nucleare. Che “non si fermerà neppure per un secondo”, ha detto oggi il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che ha anche minacciato di “rivedere e correggere” i rapporti con i Paesi che “sono dietro questa risoluzione”.

Il collegamento tra le sanzioni e la cattura dei marinai inglesi che nessuno – in primo luogo l’Iran – ammette ufficialmente, appare in realtà evidente, anche perché il gruppo militare britannico è stato preso da mezzi dei Guardiani della rivoluzione, i pasdaran, che hanno alcuni dei loro capi tra i destinatari specifici delle sanzioni, che ne vietano l’uscita dal Paese.

Le sanzioni previste dalla risoluzione 1747 – definite blande in ambienti Onu – prevedono infatti il divieto di importare armi iraniane – il che dovrebbe colpire soprattutto Hezbollah e Hamas, che però si riforniscono soprattutto attraverso canali clandestini – quello, volontario, di esportare armi verso Teheran, limitazioni finanziarie e commerciali relative ad industrie coinvolte nel programma di arricchimento del combustibile nucleare ed in quello missilistico, il congelamento dei beni e dei finanziamenti delle "entità" coinvolte nel programma nucleare, con l'eccezione dei fondi destinati agli aiuti umanitari, ed, appunto, limitazioni ai viaggi all’estero di persone collegate agli stessi programmi. La risoluzione, infine, chiede all’Aiea un rapporto entro 60 giorni.

La replica iraniana, per quanto riguarda la collaborazione con l’Aiea, comporta la sospensione del rispetto della parte del regolamento che prevede l’informazione da parte degli Stati di “progressi e programmi” in campo nucleare. E ciò, ha detto un portavoce del governo, Gholamhossein Elham, citato dall’agenzia Irna, “fino a quando il dossier sul nucleare iraniano sarà riportato dal Consiglio di sicurezza” all’Agenzia atomica.

La situazione di tensione suscita preoccupazione dal mondo arabo.“La questione – commenta oggi il saudita Arab News – è se il Consiglio andrà avanti con la sua minaccia di ulteriori sanzioni o se l’Iran si adeguerà. Nessuno vuole che la situazione sfugga totalmente di mano”. Il quotidiano ricorda le voci su piani americani di colpire i siti nucleari iraniani, sottolineando che la legalità di un attacco ha bisogno di “chiare prove” e che nessuno ha dimenticato le “false prove usate per l’attacco all’Iraq”. “Per ora – prosegue il giornale - le sanzioni hanno un effetto più psicologico che materiale. Ma questo può cambiare in futuro. L’Iran si troverà a fronteggiare maggiori sanzioni ogni volta che ignorerà l’ultimatum delle Nazioni Unite a sospendere l’arricchimento dell’uranio. La ricaduta, come sappiamo dalle sanzioni contro l’Iraq, non sarà limitata all’Iran o alla regione. Una strada deve essere trovata”.

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