18/09/2014, 00.00
RUSSIA - UCRAINA
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Mosca, il Congresso dei traduttori diventa atto di accusa al Cremlino per la guerra in Ucraina

Una dichiarazione firmata dagli oltre 300 partecipanti da tutto il mondo protesta contro la "propaganda di odio che distorce la realtà e incoraggia le persone alla violenza" e che sta scavando "profonde trincee" tra due popoli fratelli.

Mosca (AsiaNews) - Filologi e traduttori russi e stranieri, riuniti nel Terzo congresso internazionale a Mosca, hanno condannato in maniera pubblica la politica del Cremlino sull'Ucraina e le sue "azioni militari e di propaganda".

Il Congresso ha riunito 300 partecipanti, da 55 diversi Paesi del mondo: filologi, traduttori, agenti letterari e rappresentanti di case editrici. All'apertura dell'evento hanno partecipato diversi rappresentanti di governo, come l'inviato presidenziale Mikhail Shvydkoi. Questi hanno parlato della particolare missione della lingua russa nel mondo, secondo l'idea promossa dal Cremlino - e sostenuta dal Patriarcato di Mosca - della confederazione del russki mir (mondo russo), che ha alla sua base il riferimento alla Rus' di Kiev, ritenuta culla della Russia moderna.

L'intervento del capo di RosSotrudnichestvo, l'agenzia federale russa per i rapporti con i connazionali,  Konstantin Kosachev - che ha indicato nei traduttori le persone che offrono all'umanità "la possibilità di smettere di attaccarsi e iniziare ad ascoltarsi a vicenda" - è stato accolto con freddezza dal pubblico. Solo dopo, quando è stata pubblicata la dichiarazione finale dei partecipanti al Congresso, si è capito perché: il documento è un duro atto di accusa contro le politiche della Russia sulla crisi ucraina.

"Esprimiamo una forte protesta contro le politiche del governo russo, contro l'invasione militare dell'Ucraina, contro la propaganda di odio che distorce la realtà e incoraggia le persone alla violenza", si legge nel testo, ripreso da alcuni media russi. A detta degli interpreti che hanno firmato il documento, le azioni della Russia "danneggiano lo scambio culturale, la libertà di espressione e la politica della diplomazia".

"Non può essere che la guerra fratricida, che porta morte, sofferenza, distruzione e alienazione, rifletta gli interessi della società russa - continuano gli interpreti e traduttori - l'Ucraina e la Russia hanno una lunga storia comune, sono strettamente legate dalla lingua e dalla religione, dalle tradizioni e da relazioni parentali e professionali. Da molti mesi la stampa russa nega e mette in dubbio questa storia comune, scavando profonde trincee tra i nostri due popoli. La guerra tra Russia e Ucraina minaccia a lungo termine di distruggere completamente qualsiasi senso di comunità".

Il dovere di un traduttore - conclude poi la dichiarazione - "è essere mediatore tra le culture, promuovere la pace, la libertà di parola; denunciare in modo aperti la violenza e la menzogna. La traduzione è possibile solo come libero transfer di lingue, idee, culture e atteggiamenti". 

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