22/11/2013, 00.00
NEPAL
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Nepal, società e religioni contro i rapimenti delle spose

di Christopher Sharma
Nei distretti occidentali sono ancora diffusi i matrimoni forzati: durante speciali “fiere”, giovani scelgono le ragazze più belle e le sequestrano, costringendole a sposarsi. In Nepal tale pratica è illegale, ma l’omertà della gente non ferma questa tradizione. Fra le vittime anche bambine di 11 anni.

Kathmandu (AsiaNews) - Nei distretti occidentali del Nepal è ancora molto popolare la pratica - illegale - di rapire bambine e adolescenti per darle in sposa a giovani locali. Secondo la tradizione, tipica dell'induismo, un uomo può sequestrare e portarsi a casa la ragazza che gli piace. A quel punto, la giovane non ha altra scelta che unirsi in matrimonio con il suo rapitore. Tuttavia, sempre più persone (anche indù) vogliono fermare questo rituale, che spesso nasconde casi di abuso e violenze contro queste spose.

Secondo la tradizione indù, simile pratica può essere onorata durante il Kojagrat Purnima, il giorno di luna piena che cade durante il Diwali, la "festa delle luci". Nel cuore della notte, i maschi competono tra loro per "aggiudicarsi" la più bella, rapirla e sposarla. Purtroppo però anche le bambine cadono vittime di questa usanza.

È il caso di una 11enne, che non vuole rivelare il nome per paura di essere scoperta. Il 27 ottobre scorso, la piccola è diventata la "preda" di Tej Bahadur Sarki, 22enne di Kandagaun (distretto di Bajura). La minorenne stava andando a casa dello zio materno per assistere alla fiera, quando il giovane l'ha presa e trascinata a casa sua, dichiarandola sua moglie.

"Siamo preoccupati - racconta Dipak Katuwal, un uomo dello stesso villaggio - e vogliamo proteggere le nostre figlie. Oltretutto, alcuni uomini più anziani mandano i ragazzi giovani a rapire le ragazze, per prendersele poi come spose. Il governo deve fermare questa pratica".

Il problema però è che questi rapimenti non vengono mai denunciati dalle famiglie delle vittime, per timore di ritorsioni. Tuttavia, spiega il giudice distrettuale Mahesh Khatri, "se la gente parlasse, noi avremmo modo di perseguire questi criminali, accusandoli di stupro, rapimento e traffico umano". 

 

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