02/08/2008, 00.00
NEPAL
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Olimpiadi, politica ed economia frenano le ambizioni degli atleti nepalesi

di Kalpit Parajuli
La delegazione del Nepal ai giochi di Pechino è stata scelta seguendo più “criteri ed equilibri politici” che meriti sportivi. Il presidente del Comitato olimpico denuncia “influenze e nepotismi”. Resta l’entusiasmo fra gli otto partecipanti, che ambiscono a migliorare i record nazionali.

Kathmandu (AsiaNews) – Forse non vinceranno medaglie ed è molto probabile che non otterranno risultati eclatanti. Gli atleti nepalesi che parteciperanno ai giochi di Pechino sperano però “di migliorare i record nazionali” e, soprattutto, si sentono onorati di “rappresentare il Paese”: all’insegna dello spirito olimpico, essi ribadiscono che partecipare è già di per sé una vittoria.

Per staccare il biglietto per le Olimpiadi, infatti, gli atleti non solo hanno dovuto primeggiare nelle rispettive competizioni, ma hanno superato – o goduto di – “influenze politiche e nepotismo”, che in alcuni casi si sono rivelate fondamentali nella scelta dei partecipanti. Lunedì 4 agosto la rappresentanza nepalese partirà alla volta della capitale cinese e sarà composta da una trentina di persone, otto delle quali atleti – impegnati in sei diverse discipline – e i rispettivi allenatori.

“Le interferenze politiche – denuncia ad AsiaNews Rukma Shamsher Rana, membro del consiglio olimpico asiatico e presidente del Comitato olimpico nepalese – hanno rovinato lo sport. I partecipanti non sono stati selezionati in base ai loro meriti, ma secondo criteri che si rifanno al nepotismo e al favoritismo personale”. Egli conferma di non aspettarsi “grandi risultati” e ribadisce che “gli atleti avrebbero dovuto essere selezionati analizzando le performance individuali e le gare di qualificazione. Poi il Ministero dello sport, il comitato olimpico e il consiglio sportivo nazionale, in una seduta comune, avrebbero scelto i migliori atleti”.

Gli sportivi, dal canto loro, pensano solo a ben figurare nelle competizioni alle quali parteciperanno, con l’obiettivo primario di migliorare i record nazionali: “”Non posso dire se vincerò medaglie – afferma Deepak Bista, 32 anni e campione nazionale di Taekwondo – ma voglio migliorare il mio record personale. Darò l’anima per me e per la mia nazione”. Anche il maratoneta Arjun Basnet dice di non avere ambizioni da podio, ma spera di ottenere un buon piazzamento. Il nuotatore Prasiddha Jung Thapa denuncia invece “la difficoltà nel preparare i giochi” a causa di “scarse risorse economiche e la mancanza di tecnologia” a disposizione (solo nel nuoto va considerata l’importanza che rivestono i materiali con i quali sono realizzati i costumi, fondamentali per “rubare” qualche decimo di secondo, ndr). Come se non bastasse, egli parla anche di “varie interferenze” che non aiutano gli atleti a eccellere nelle competizioni, con un tacito riferimento alle vicende politiche che coinvolgono anche lo sport.

Con la crescente influenza dei maoisti nel Paese, si è venuta a creare anche una profonda divisione fra le diverse organizzazioni sportive. Le differenze politiche e ideologiche hanno portato alla creazione di due diversi comitati olimpici, ciascuno dei quali ha esercitato pressioni perché fossero scelti propri rappresentanti. Solo negli ultimi giorni il governo ha ribadito l’esistenza di una sola organizzazione, il Comitato olimpico del Nepal presieduto da Shamsher Rana.

 

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