07/06/2016, 11.38
VATICANO
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Papa: il cristiano deve essere “luce e sale”, ma “la luce è per illuminare altro; il sale è per insaporire altro”

La preghiera “è la batteria del cristiano per fare la luce”. “Il sale diventa sale quando si dà. E questo è un altro atteggiamento del cristiano: darsi; insaporire la vita degli altri, insaporire tante cose col messaggio del Vangelo. Darsi”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il cristiano deve essere “luce e sale”, ma “luce e sale, sono per gli altri, non per se stessi. La luce non illumina se stessa; il sale non insaporisce se stesso”. E la preghiera è la batteria per fare luce. L’ha detto oggi papa Francesco durante la messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, commentando il passo del Vangelo (Matteo 5,13-16) nel quale Gesù dice ai discepoli che essi sono il sale e la luce del mondo.

Gesù, ha osservato Francesco, parla sempre “con parole facili, con comparazioni facili, perché tutti possano capire il messaggio”. Di qui la definizione del cristiano che deve essere luce e sale. Nessuna delle due cose, ha osservato il Papa, è per se stessa: “La luce è per illuminare altro; il sale è per insaporire, conservare altro”. Ma come può il cristiano far sì che il sale e la luce non vengano meno, far sì che non finisca l’olio per accendere le lampade? “Qual è la batteria del cristiano per fare la luce? Semplicemente la preghiera. Tu puoi fare tante cose, tante opere, anche opere di misericordia, tu puoi fare tante cose grandi per la Chiesa – un’università cattolica, un collegio, un ospedale… - e anche ti faranno un monumento da benefattore della Chiesa, ma se non preghi quello sarà un po’ oscuro o buio. Quante opere diventano buie, per mancanza di luce, per mancanza di preghiera. Quello che mantiene, quello che dà vita alla luce cristiana, quello che illumina, è la preghiera”.

La preghiera “sul serio”, “la preghiera di adorazione al Padre, di lode alla Trinità, la preghiera di ringraziamento, anche la preghiera di chiedere le cose al Signore, ma la preghiera dal cuore”. Quello, ha detto, “è l’olio, quella è la batteria, che dà vita alla luce”. Anche il sale, ha proseguito, “non insaporisce se stesso”. “Il sale diventa sale quando si dà. E questo è un altro atteggiamento del cristiano: darsi; insaporire la vita degli altri, insaporire tante cose col messaggio del Vangelo. Darsi. Non conservare se stesso. Il sale non è per il cristiano, è per darlo. Lo ha il cristiano per darlo, è sale per darsi, ma non è per sé. Tutti e due - è curioso questo –, luce e sale, sono per gli altri, non per se stessi. La luce non illumina se stessa; il sale non insaporisce se stesso”.

Certo, ha osservato, ci si potrebbe chiedere fino a quando potranno durare il sale e la luce e se continuiamo a darci senza sosta. Lì “entra la forza di Dio, perché il cristiano è un sale donato da Dio nel Battesimo”, è “una cosa che ti è data in dono e continua ad esserti data in dono se tu continui a darla, illuminando e dando. E non finisce mai”.

Questo è proprio quello che succede nella Prima Lettura alla vedova di Zarepta che si fida del profeta Elia e così la sua farina e l’olio non si esauriscono mai. Quindi, il Papa ha rivolto un pensiero alla vita presente dei cristiano: “Illumina con la tua luce, ma difenditi dalla tentazione di illuminare te stesso. Questa è una cosa brutta, è un po’ la spiritualità dello specchio: illumino me stesso. Difenditi dalla tentazione di curare te stesso. Sii luce per illuminare, sii sale per insaporire e conservare”. Il sale e la luce, ha detto ancora, “non sono per se stessi”, sono per dare agli altri “in buone opere”. E così “risplenda la vostra luce davanti agli uomini. Perché? Perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei Cieli. Cioè: ritornare a Colui che ti ha dato la luce e ti ha dato il sale”. “Che il Signore ci aiuti in questo – ha concluso il Papa – sempre avere cura della luce, non nasconderla, metterla in atto”. E il sale, “darlo il giusto, quello che è necessario, ma darlo”, perché così cresce. “Queste sono le buone opere del cristiano".

 

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