10/05/2024, 12.46
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Delhi paga il petrolio russo in rupie, che Mosca reinveste in India

La Reserve Bank of India ha modificato i regolamenti sulla gestione della valuta per fare in modo che la Russia possa spendere le rupie guadagnate dalla vendita del greggio attraverso l'acquisto di titoli di stato, obbligazioni, azioni e prestiti. Le importazioni indiane dalla Russia sono aumentate del 32,95% raggiungendo 61,44 miliardi di dollari. 

New Delhi (AsiaNews) - La Russia reinvestirà in India i profitti ottenuti dalla vendita di petrolio… all’India. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, Delhi ha potuto pagare il greggio russo in rupie, ma i fondi erano finora rimasti bloccati perché la Reserve Bank of India (RBI) impedisce il trasferimento del denaro in Russia dai conti bancari indiani, nonostante i tentativi di Mosca di riconvertire le rupie indiane in dirham, la valuta degli Emirati Arabi Uniti, e in yuan cinesi. 

Secondo i media indiani, la Russia sta ora cercando di investire il saldo in titoli di stato, obbligazioni, azioni e prestiti. "Da parte russa c'è stata esitazione a parcheggiare i propri soldi per periodi di tempo prolungati in India", ha detto a Newsweek Aditya Bhan, ricercatore del think tank Observer Research Foundation con sede a Calcutta. "I russi sembrano guardare più seriamente, almeno in modo crescente, alle opportunità di investimento in India, in particolare a quelle sostenute dal governo", ha aggiunto l’esperto. 

“La RBI, attraverso varie modifiche alle procedure e ai regolamenti della legge indiana sulla gestione dei cambi stranieri (Foreign Exchange Management Act, FEMA), ha consentito alle entità russe di investire in tutta una serie di settori, che il Paese ha iniziato a sfruttare appieno", ha detto una fonte al quotidiano The Hindu businessline.

L’India ha iniziato a pagare il petrolio russo in rupie, anziché in dollari, per aggirare le sanzioni occidentali imposte alla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina a febbraio 2022. Con questo meccanismo, alcune banche russe, tra cui Gazprom e Rosbank, hanno aperto dei conti bancari in rupie, detenuti nelle banche indiane per conto di quelle russe. "L'aumento del saldo in rupie in questi conti era una grande preoccupazione per la Russia”, ha continuato la fonte, spiegando che ora l’India cercando di individuare i progetti in cui far confluire gli investimenti russi, tra cui potrebbe rientrare la costruzione e il miglioramento di una serie di infrastrutture.

Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, aveva per la prima volta accennato al problema a settembre dello scorso anno, dicendo che Mosca aveva "miliardi di rupie" depositati nelle banche indiane che non potevano essere utilizzati. 

In effetti la Russia è, dopo la Cina, il Paese da cui l’India importa di più: nel 2023-24, le importazioni sono aumentate del 32,95% raggiungendo 61,44 miliardi di dollari, di cui 46 miliardi sono stati spesi solo per il petrolio.

Le modifiche alla FEMA sono state introdotte per consentire di investire anche in azioni e debito indiano, un’attività verso cui Mosca ha mostrato interesse, ha proseguito la fonte di The Hindu. "I dettagli di tali investimenti non sono stati diffusi perché le società private, che hanno attività negli Stati Uniti e nell'Unione europea, non sono troppo a loro agio nel rivelarli". Tuttavia è improbabile che le sanzioni occidentali abbiano un impatto sugli investimenti russi in India. “Perché gli Stati Uniti dovrebbero preoccuparsi? Non trattiamo in dollari. Ed è la Russia che investe in India e non viceversa”.

I legami diplomatici e commerciali tra Russia e India sono noti da tempo. Delhi non ha mai condannato l’invasione russa dell’Ucraina e, nonostante faccia parte del forum di dialogo noto come Quad, in cui rientrano anche Stati Uniti, Australia e Giappone, non ha mai smesso di importare dalla Russia anche armamenti.

“La maggior parte delle importazioni indiane dalla Russia riguardano il petrolio, ma ci sono anche importazioni di attrezzature per la difesa, fertilizzanti, pietre preziose e gioielli. Mentre il pagamento per le attrezzature militari veniva già effettuato in gran parte in rupie, il pagamento per il petrolio russo era in altre valute”, ha detto ancora la fonte. "Ad un certo punto, entrambe le parti lavoreranno per la creazione di meccanismi che consentano il rimpatrio del denaro. I russi in particolare lo vorrebbero prima di chiunque altro", ha commentato il ricercatore Aditya Bhan. Ma per ora “la Russia continua a rimanere un'importante fonte di petrolio e, almeno per il prossimo futuro, la situazione non è destinata a cambiare", ha aggiunto.

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