25/01/2010, 00.00
VATICANO
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Papa: l’unità per annunciare il Vangelo a un mondo segnato dall’indifferenza religiosa

Benedetto XVI conclude la Settimana di preghiera per l’unit dei cristiani ricordando l’esempio di San Paolo, testimone di Gesù fino alla morte. Evangelizzare “non è compito solo di alcuni, né attività accessoria per la vita della Chiesa”. Il ricordo della conferenza di Edimburgo.
Roma (AsiaNews) - L’impegno per l’unità dei cristiani “non è compito solo di alcuni, né attività accessoria per la vita della Chiesa”, ma necessaria “perché il mondo creda”. Dell’unità come servizio della evangelizzazione “in un mondo segnato dall’indifferenza religiosa, e persino da una crescente avversione nei confronti della fede cristiana”, Benedetto XVI ha pralto oggi pomeriggio nella basilica romana di San Paolo, nel corso della celebrazione conclusiva della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
 
Proprio l’esempio dell’apostolo, che affrontò ogni rischio e pena, fino alla morte, per annunciare il Vangelo, è servito al Papa per illustrare il senso del tema scelto per la Settimana di quest’anno: "Di questo voi siete testimoni" (Lc 24, 48).
 
“La scelta del tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno, l’invito, cioè, ad una testimonianza comune del Cristo risorto secondo il mandato che Egli ha affidato ai discepoli, è legata al ricordo del centesimo anniversario della Conferenza missionaria di Edimburgo in Scozia, che viene considerato da molti come un evento determinante per la nascita del movimento ecumenico moderno. Nell’estate del 1910, nella capitale scozzese si incontrarono oltre mille missionari, appartenenti a diversi rami del Protestantesimo e dell’Anglicanesimo, a cui si unì un ospite ortodosso, per riflettere insieme sulla necessità di giungere all’unità per annunciare credibilmente il Vangelo di Gesù Cristo. Infatti, è proprio il desiderio di annunciare agli altri il Cristo e di portare al mondo il suo messaggio di riconciliazione che fa sperimentare la contraddizione della divisione dei cristiani”.
 
“Ad un secolo di distanza dall’evento di Edimburgo - ha proseguito il Papa -  l’intuizione di quei coraggiosi precursori è ancora attualissima. In un mondo segnato dall’indifferenza religiosa, e persino da una crescente avversione nei confronti della fede cristiana, è necessaria una nuova, intensa, attività di evangelizzazione, non solo tra i popoli che non hanno mai conosciuto il Vangelo, ma anche in quelli in cui il Cristianesimo si è diffuso e fa parte della loro storia”.
 
“Non mancano, purtroppo, - ha detto ancora - questioni che ci separano gli uni dagli altri e che speriamo possano essere superate attraverso la preghiera e il dialogo, ma c’è un contenuto centrale del messaggio di Cristo che possiamo annunciare assieme: la paternità di Dio, la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte con la sua croce e risurrezione, la fiducia nell’azione trasformatrice dello Spirito. Mentre siamo in cammino verso la piena comunione, siamo chiamati ad offrire una testimonianza comune di fronte alle sfide sempre più complesse del nostro tempo, quali la secolarizzazione e l’indifferenza, il relativismo e l’edonismo, i delicati temi etici riguardanti il principio e la fine della vita, i limiti della scienza e della tecnologia, il dialogo con le altre tradizioni religiose. Vi sono poi ulteriori campi nei quali dobbiamo sin da ora dare una comune testimonianza: la salvaguardia del Creato, la promozione del bene comune e della pace, la difesa della centralità della persona umana, l’impegno per sconfiggere le miserie del nostro tempo, quali la fame, l’indigenza, l’analfabetismo, la non equa distribuzione dei beni”.
 
“Ciascuno è chiamato a dare il suo apporto per compiere quei passi che portino verso la comunione piena tra tutti i discepoli di Cristo, senza mai dimenticare che essa è innanzitutto dono di Dio da invocare costantemente. Infatti, la forza che promuove l’unità e la missione sgorga dall’incontro fecondo e appassionante col Risorto, come avvenne per San Paolo sulla via di Damasco e per gli Undici e gli altri discepoli riuniti a Gerusalemme. La Vergine Maria, Madre della Chiesa, faccia sì che quanto prima possa realizzarsi il desiderio del Suo Figlio: ‘Che tutti siano una sola cosa… perché il mondo creda’ (Gv 17,21)”.
 
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