03/09/2012, 00.00
LIBANO - VATICANO
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Patriarca Rai : Accogliere il papa, superando le divisioni del Libano

di Fady Noun
Il capo della Chiesa maronita esorta i cristiani libanesi a vivere con "amore e verità" l'attesa e la preparazione del viaggio del pontefice nel Paese (14-16 settembre), per la firma e la diffusione dell'Esortazione apostolica dopo il Sinodo delle Chiese del Medio oriente. L'importanza del ruolo dei cristiani per una nuova "primavera araba". Il dolore per le divisioni e l'odio fra i Paesi arabi.

Beirut (AsiaNews) - Il patriarca maronita Bechara Rai ha invitato tutti i libanesi a far sì che le loro divisioni interne non mettano in crisi la qualità dell'accoglienza da riservare a Benedetto XVI, durante la sua visita in Libano dal 14 al 16 settembre.

Proprio ieri, il pontefice ha confermato in modo indiretto il suo viaggio in Libano per firmare e diffondere il testo dell'esortazione apostolica a seguito del Sinodo delle Chiese del Medio oriente, tenutosi in Vaticano nell'ottobre 2010.

Dopo la preghiera dell'Angelus a Castel Gandolfo, Benedetto XVI, salutando i pellegrini di lingua francese, ha citato "i libanesi presenti questa mattina; li assicuro della mia preghiera e dico loro la mia gioia di visitare presto il loro bel Paese. Vi benedico di cuore".

Nel corso di una visita pastorale alla regione del Monte Libano, il patriarca ha detto: "Ci prepariamo a ricevere in Libano il papa Benedetto XVI, Riceviamolo con il nostro tipico senso di ospitalità. Viviamo un tempo privilegiato in cui il Libano ha un importate ruolo da giocare. Non è un caso che il papa venga in Libano e da questa terra lanci il messaggio all'Oriente. Non accettiamo che questo ruolo sia compromesso dalle nostre divisioni e divergenze, dalle nostre crisi economiche  e sociali... Il papa sarà con noi per i cristiani d'Oriente; il documento che egli firmerà qui da noi è più di un documento: è ciò che lo Spirito dice alle Chiese in questo tempo che viviamo. È l'annunciatore di una nuova primavera per la Chiesa e custodisce il principio vitale di una primavera araba".

Il patriarca ha anche deplorato che la lezione della lunga guerra in Libano (1975-1990) non sia servita a nulla per la Siria: "Che almeno i libanesi - ha aggiunto - conservino le lezioni del proprio passato".

Il patriarca Rai ha poi abbozzato un quadro preoccupante dello stato delle relazioni sociali e politiche in Libano. Egli è testimone "della durezza dei cuori", del fatto che "la menzogna e l'ipocrisia inquinano le relazioni", della "profondità dell'odio che si portano uomini e donne, con espressioni che scoppiano al minimo pretesto".

Constatando le divisioni che vi sono nel mondo arabo, egli ha aggiunto che tale mondo "ha bisogno dei cristiani del Libano e del mondo arabo", dei cristiani che a suo parere "non sono né una minoranza, né degli ospiti di passaggio..., dei cristiani che portano il messaggio del Vangelo della pace, che è nato in questa parte del mondo a cui noi abbiamo l'onore di appartenere".

"In questi giorni di attesa e preparazione - ha concluso - siamo testimoni di amore e verità in Libano e in tutta la regione; è la nostra missione in tutte le circostanze difficili che abbiamo conosciuto fin dal 1975: che sia tracciata una strada di giustizia nel deserto dell'oppressione; una strada d'amore nel deserto dell'odio; una strada di verità nel deserto della menzogna; una strada di umiltà nel deserto dell'orgoglio".

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