27/08/2004, 00.00
IRAQ
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Patriarca caldeo: "Preghiamo per la famiglia del giornalista ucciso"

Ieri sera la tv araba al-Jazeera ha dato la notizia della morte del giornalista italiano Enzo Baldoni, rapito la scorsa settimana a Najaf da una sedicente banda criminale chiamata "Esercito islamico  in Iraq". La tv araba non ha fatto vedere le immagini dell'esecuzione, ritenendole troppo cruente. Chi ha visto il filmato parla di una breve colluttazione, alla quale ha fatto seguito l'uccisione del giornalista free- lance con colpi di pistola e ha definito le immagini "agghiaccianti". Baldoni era sposato ed era padre di due figli; egli collaborava con una rivista milanese e aveva compiuto diversi viaggi in zone considerate "a rischio". Personalità irakene del mondo cristiano e islamico hanno voluto testimoniare il cordoglio e il dolore per la tragica morte del giornalista italiano.

Baghdad (AsiaNews) – "Sono rattristato per la notizia della morte del giornalista italiano. L'ho conosciuto di persona perché, prima della sua partenza per Najaf, gli avevo rilasciato un'intervista; ho visto la foto sui giornali e l'ho riconosciuto subito. Era una persona buona e la notizia della sua morte mi addolora. Pregherò per lui e per tutta la sua famiglia" – Il patriarca caldeo cattolico Emmanuel Delly ha espresso ad AsiaNews il suo rincrescimento per la notizia della morte del giornalista italiano, Enzo Baldoni. "Il popolo iracheno non vuole guerra, morti e violenze – continua mons. Delly – il desiderio di pace è molto forte, però dobbiamo lottare ogni giorno con i terroristi che non hanno alcun interesse a ristabilire la convivenza civile. Le stragi e le barbare uccisioni non ci fanno onore, non fanno onore al popolo iracheno".

Eccellenza, vuole mandare un messaggio alla famiglia del giornalista assassinato?

Anzitutto voglio fare le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Enzo Baldoni. Pregheremo per lui e per la pace in Iraq, una terra martoriata da violenze ma che desidera la pace e la convivenza civile. Lui è solo una vittima, perché era venuto in Iraq per portare sostegno e aiuto alla popolazione civile. Mi auguro che il suo sacrificio possa trasformarsi in un gesto d'amore per la pace e per la tranquillità. Non mi piace parlare di politica; ciò che mi rincresce è che un'anima buona e desiderosa di pace sia stata uccisa inutilmente per questioni politiche o per altri interessi che non ci appartengono… non è questo che vuole il popolo iracheno. Per me l'Italia è una seconda patria perché ho vissuto molti anni nel vostro paese, quindi vi sono vicino nel dolore per la tragica vicenda che ha colpito un cittadino italiano.

Chi ha interesse a mantenere questo stato di guerra e di violenza?

Di sicuro né il governo né la popolazione civile. Sono bande di criminali, come ce ne sono in Italia e in tutto il resto del mondo. Sono persone scontente che trovano nella violenza l'unica via di sfogo. Noi siamo davvero una sola famiglia e non è concepibile che un fratello ammazzi il proprio fratello. Nessuno vuole questo. (DS)
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