27/03/2014, 00.00
EGITTO-ISLAM
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"Per l'ultima volta in divisa", il gen. al-Sisi annuncia di candidarsi alla presidenza

La decisione attesa da molto tempo. Sarà quasi senz'altro eletto avendo il sostegno del 90% della popolazione. Dopo la parentesi di Mohamed Morsi i militari ritornano ad essere i grandi elettori dei presidenti egiziani. "Duro lavoro e sacrifici".

Il Cairo (AsiaNews) - Il gen. Abdel Fattah al-Sisi, l'uomo che ha guidato la caduta del presidente islamista Mohamed Morsi, ha deciso di candidarsi alla presidenza.

In una mossa attesa da molto tempo, il capo delle Forze armate ha dichiarato ieri alla televisione che la sua decisione è presa "in tutta umiltà", e per "conformarsi alle richieste del popolo". Pur dimettendosi dai ranghi militari (come esige la costituzione egiziana), e parlando "per l'ultima volta in divisa", egli continuerà "a combattere tutti i giorni per un Egitto libero dal terrorismo".

E' quasi sicuro che egli sarà eletto presidente: le inchieste su di lui e sulle Forze armate lo danno preferito dal 90% degli egiziani, i quali sperano che un governo forte possa rimettere in piedi l'economia della nazione, provata dalla primavera araba e dal terrorismo legato ai Fratelli musulmani (Fm).

Devoto musulmano di 59 anni, sposato, con figli, al Sisi si mostra rispettoso verso i cristiani e condisce il suo parlare con citazioni del Corano. Egli deve la sua carriera all'esercito, l'organizzazione più potente in Egitto, che da Nasser in poi ha scelto i presidenti fino a Mubarak. Alla caduta di quest'ultimo e con l'ascesa dei Fm, egli è stato scelto da Mohamed Morsi come capo delle Forze armate, coltivando amicizie fra gli islamisti e i militari. In tal modo ha ottenuto che la costituzione islamista - ora abrogata - desse enormi poteri ai militari; nello stesso tempo, è riuscito a salvare dai processi i capi militari che ai tempi di Mubarak avevano sparato sulla folla di piazza Tahrir.

La crescente insoddisfazione della popolazione per il governo dei Fm e l'alleanza di questi col terrorismo islamista nel Sinai, ha portato alla caduta di Morsi, con la sapiente regia di al-Sisi che - anche qui - ha ascoltato "il volere del popolo".

Dalla caduta di Morsi, l'esercito ha ingaggiato una strenua lotta contro i Fm, arrestandone migliaia, facendone condannare centinaia a morte e processandone altrettante.

Per fermare l'opera dei Fm, al Sisi ha decretato leggi contro manifestazioni non autorizzate o critiche verso il governo, che colpiscono non solo gli islamisti ma anche i giovani della primavera araba che combattono per un Egitto democratico.

Annunciando la sua candidatura a presidente, al-Sisi che ha sempre promesso "una transizione democratica" - ha dichiarato che il Paese è davanti a "compiti estremamente difficili" e che occorrono "duro lavoro e sacrificio".

Non è ancora stabilita la data delle elezioni presidenziali, ma alcuni media egiziani dicono che con ogni probabilità esse avverranno in luglio. Al Sisi non sembra avere forti concorrenti. L'unico altro candidato dichiaratosi è Hamdeen Sabahi, un politico di sinistra, giunto terzo nelle elezioni presidenziali del 2012.

Il gen. Sedki Sobhi è stato nominato nuovo capo delle Forze armate.

 

 

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