09/11/2012, 00.00
EGITTO
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Piazza Tahrir sequestrata dagli islamisti favorevoli a un Egitto basato sulla sharia

Il luogo simbolo delle manifestazioni democratiche del gennaio 2011 è stato occupato da migliaia di estremisti islamici provenienti da tutto il Paese. I leader del partito al-Nour (Salafiti) e i Fratelli musulmani del presidente Morsi hanno disertato la protesta. Molti dei loro membri erano però presenti. La lotta contro il tempo dei partiti democratici e dei cristiani per evitare la trasformazione dell'Egitto in una repubblica islamica.

Il Cairo (AsiaNews) - Migliaia di islamisti provenienti da tutto il Paese sono scesi in piazza Tahrir per chiedere una costituzione basata sulla sharia islamica. Organizzata nei giorni scorsi dal Salafi Front, ala più estremista del movimento salafita, la manifestazione è iniziata oggi al termine della preghiera del venerdì. Ad essa hanno partecipato i principali gruppi islamici radicali fra cui la Jama'a al-Islamica. I leader del partito al-Nour (Salafiti) e Giustizia e libertà (Fratelli Musulmani), hanno annunciato nei giorni scorsi che non avrebbero preso parte alla protesta, lasciando comunque liberi i loro membri di esserci. Per mantenere il consenso fra la popolazione , il presidente Morsi e i suoi sostenitori non hanno assunto una posizione chiara sulla controversa legge islamica. Secondo gli esperti, un esplicito riferimento alla sharia nella costituzione cambierebbe in modo radicale il futuro dell'Egitto, limitando i diritti delle donne e la libertà religiosa delle minoranze, soprattutto quella cristiana che rappresenta circa il 10% della popolazione.

Il clima di queste ore in piazza Tahrir è molto diverso da quello delle proteste del gennaio 2011 che avevano visto cristiani e musulmani uniti contro il presidente Mubarak e favorevoli alla creazione di un nuovo Stato basato sui diritti civili e democratici. Le parole pronunciate dall'imam Sheick Mohamed El-Sghyr, fra i leader della Al-Gamaa Islamya ed ex membro della dissolta Assemblea del popolo, mostrano l'agenda dei gruppi estremisti islamici più radicali, che stanno predendo sempre più spazio all'interno dei media e dibattiti pubblici. "Il nostro profeta Maometto - ha affermato davanti a una folla di migliaia di persone - ha combattuto gli infedeli a la Mecca, gli stessi che oggi sono rappresentati dai partiti liberali". Il leader religioso ha invitato tutti gli egiziani a battersi per la legge islamica, sottolineando che non vi è miglior legge di quella indicata da Allah.  

Una fonte di AsiaNews, anonima per motivi di sicurezza, spiega che "la situazione è molto confusa: da un lato ci sono i gruppi estremisti che si battono in tutti i modi per avere una costituzione basata sulla legge islamica. Dall'altro vi sono invece i democratici e tutti quegli egiziani che pur avendo votato per i Fratelli musulmani sono contro uno Stato religioso".  

"Purtroppo - aggiunge la fonte - gli islamisti hanno ottenuto la maggioranza alle elezioni  monopolizzano l'attuale Assemblea costituente. Con queste manifestazioni oceaniche organizzate in modo capillare, con pullman e treni da tutto il Paese, essi vogliono mostrare la loro forza e far paura a chi non la pensa come loro. Un esempio è la recente occupazione abusiva dei terreni della diocesi di Shubra al-Kheima, nel cuore del Cairo, sequestrata il 5 novembre dai salafiti per costruire una moschea e minacciare il nuovo patriarca copto Tawadrus II per le sue dichiarazioni contro la legge islamica. Oggi, Abdel Meguid Mahmoud, procuratore generale del Cairo, ha confermato il diritto di proprietà del terreno alla Chiesa copta ortodossa. Nei giorni scorsi i giovani del Maspero Youth Movement e diversi leader di partiti democratici hanno organizzato fiaccolate di protesta contro il clima di intolleranza e di estremismo nei confronti della popolazione cristiana.

La fonte sostiene che il clima politico in Egitto sta regredendo al periodo pre-rivoluzionario: "Dopo la salita al potere dei Fratelli musulmani e l'elezione del presidente Morsi, i movimenti laici, compresi i partiti democratici sorti dopo la Rivoluzione dei Gelsomini, non hanno più voce". Due settimane fa, i Fratelli musulmani hanno bloccato con la forza una protesta pacifica organizzata da diversi partiti democratici contro la legge islamica. Gli islamisti non hanno permesso loro di fare alcun discorso. Tali fatti mostrano che poco o nulla è cambiato dai tempi di Mubarak". 

"I musulmani moderati - afferma - i cristiani e le altre componenti della società contrarie all'islamismo stanno lottando per rieleggere una nuova assemblea che sia più rappresentativa dei cittadini. Ma a tutt'oggi la Corte suprema non si è ancora pronunciata su tale tema". "Se gli islamisti riusciranno ad approvare la costituzione nelle prossime settimane - conclude la fonte - l'Egitto diventerà uno Stato basato sulla religione islamica e ciò potrebbe scatenare una lotta fra gruppi islamici e partiti democratici". (S.C.)

 

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