22/09/2009, 00.00
PAKISTAN
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Presidente pakistano: Vigilare contro l’uso iniquo della legge sulla blasfemia

di Fareed Khan
Da Londra il presidente Zardari assicura l’impegno del governo contro qualsiasi strumentalizzazione della legge per colpire le minoranze religiose e il dissenso. Ambienti islamici inscenano proteste contro le richieste di modifica. Ma anche i media contestano questa legge.

Islamabad (AsiaNews) – Il presidente pakistano Asif Ali Zardari ha assicurato l’impegno del governo per impedire qualsiasi uso iniquo della legge contro la blasfemia. L’autorevole assicurazione arriva il 18 settembre , dopo molti gravissimi episodi di intolleranza e persecuzione religiosa e dopo che eminenti politici hanno chiesto la modifica della legge, richiesta cui gli ambienti estremisti islamici hanno risposto con pubbliche proteste.

Zardari è tornato sul controverso problema a Londra, durante un incontro con l’arcivescovo di Canterburry mons. Rowan Williams, dicendosi consapevole dell’uso strumentale della legge operato da estremisti.

La legge punisce con gravi pene e con il carcere qualsiasi offesa alla religione e chi tenti di convertire altri. Di fatto estremisti islamici, spesso con la complicità di polizia e autorità locali, la usano per incarcerare e perseguitare chi professa un diverso credo, soprattutto cristiani ma anche musulmani moderati. Almeno 33 persone accusate di blasfemia sono state trucidate dalla folla inferocita o da singoli fanatici. Il problema è riesploso di recente, dopo la morte non spiegata di  un ragazzo cristiano, il 15 settembre, detenuto in carcere a Sailkot proprio per blasfemia.

Il 17 settembre Shahbaz Bhatti, cattolico ministro pakistano per gli Affari delle minoranze, durante una visita a Washington, ha promesso il massimo impegno per modificare la legge che gli estremisti “usano per perseguitare le minoranze [religiose] e gli stessi musulmani… Il governo deve modificare la legge, perché non sia più uno strumento nelle mani degli estremisti”. Bhatti, ospite della Commissione Usa sulla Libertà religiosa, è stato insignito di un premio quale difensore dei diritti delle minoranze in Pakistan.

Il 18 settembre Salman Taseer, governatore del Punjab, ha ribadito la convinzione che la legge sulla blasfemia va abrogata, per proteggere le minoranze, in particolare i cristiani, contro crescenti violenze e persecuzioni. Già due giorni prima egli aveva espresso questa posizione.

Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione nazionale pakistana Giustizia e Pace, ha commentato ad AsiaNews che “la dichiarazione del governatore del Punjab è importante e benvenuta” e si è augurato una precisa presa di posizione anche del governo centrale.

All’opposto, vari partiti religiosi islamici hanno condannato la dichiarazione di Salman Taseer e ne hanno chiesto le dimissioni, accusandolo di fare uso strumentale di pochi incidenti violenti a danno delle minoranze. Costoro hanno annunciato una forte campagna mediatica e di piazza contro ogni modifica della legge.

Taseer, sempre il 18 settembre, ha solo risposto chiedendo cosa abbiano fatto questi chierici e politici per impedire che cristiani fossero bruciati vivi, in nome di questa legge.

Nel Paese sembra si respiri un vento di cambiamento e anche molta stampa ha preso posizione contro la legge.

Un editoriale del Daily Times del 17 settembre osserva che “i cristiani uccisi in nome dell’Islam non potranno mai ottenere giustizia. Per salvarsi, un accusato [di blasfemia] dovrebbe fuggire all’estero, dopo essere stato liberato [dal carcere] su cauzione”.

Il 18 un editoriale del Dawn osserva che “il governo del Punjab deve prendere urgenti misure per proteggere le minoranze nella provincia, perché la situazione è in peggioramento”. Da parte sua il governo centrale “deve iniziare a lavorare per una revisione della legge sulla blasfemia. Per troppo tempo questa legge è stata usata per risolvere questioni personali, per rubare terra e per uccidere. Queste leggi draconiane devono essere cancellate dai codici”.

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