12/01/2011, 00.00
EGITTO
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Protesta del Cairo contro il Vaticano. Un altro cristiano ucciso e cinque feriti

Richiamato l’ambasciatore egiziano presso la Santa Sede. L’appello del Papa a proteggere i cristiani giudicato “ingerenza inaccettabile”. Un agente spara su un gruppo di cristiani a Salamut gridando “Allahu Akbar”.

Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Il giorno stesso in cui l’Egitto richiama il suo ambasciatore presso la Santa Sede per le dichiarazioni di solidarietà del Papa ai copti, un altro attentato di probabile matrice fondamentalista islamica uccide un cristiano e ferisce cinque persone nel Paese delle Piramidi. Ieri l’Egitto ha richiamato al Cairo per consultazioni il suo ambasciatore. Il portavoce del ministero cairota degli Esteri , Hossam Zaki, ha affermato che il richiamo avviene “dopo le nuove dichiarazioni del Vaticano che toccano affari interni egiziani, e che l’Egitto considera un’ingerenza inaccettabile nelle sue questioni interne”. Una fonte vaticana ha dichiarato all’Agence France Presse che questa mossa “non costituisce una rottura dei rapporti diplomatici”.

In una nota il Vaticano ha dichiarato di “condividere pienamente” la volontà del governo egiziano di “evitare un’escalation delle tensioni per motivi di ordine religioso…e apprezza gli sforzi che il governo compie in questo senso”. La dichiarazione segue l’incontro avuto dal “ministro degli Esteri” vaticano, mons. Dominique Mamberti, con l’ambasciatrice egiziana, Lamia Aly Hamada Mekhemar, che a sua volta ha detto di “esprimere le preoccupazioni del suo governo in questo momenti difficile”. Il comunicato vaticano conclude dicendo che durante l’incontro con mons. Mamberti la signora Mekhemar “ha potuto ricevere le informazioni e raccogliere gli elementi utili per dar conto correttamente dei recenti interventi del Papa, in particolare sulla libertà religiosa e la protezione dei cristiani in Medio Oriente”. (10/01/2011 Libertà religiosa: il martello del Papa per la pace del mondo).

Nel frattempo un altro grave episodio è avvenuto sulla linea ferroviaria che collega il Cairo ad Assiut. Un agente di polizia, Amer Ashur Abdel Zaher, è salito sul treno a Salamut, circa 200 km a sud del Cairo, e ha aperto il fuoco con la pistola di ordinanza. Ha ucciso un cristiano copto di 71 anni, Fathi Said Ebeid, e ferito sua moglie di 61 anni e altre quattro persone. Fonti mediche dicono che tutti i feriti, due dei quali in gravi condizioni, sono cristiani. L’agente che non era in uniforme ha cercato di fuggire, ma è stato arrestato all’interno della stazione. E’ stato interrogato sui motivi del suo gesto, ma gli inquirenti mantengono il segreto sull’esito del colloquio. Ayman Mohyeldin, corrispondente dal Cairo per Al Jazeera, ha detto che le autorità non sembrano desiderose di rivelare le ragioni dell’attacco. “L’attentato di Alessandria è presente in ogni mente. Ci saranno molte domande, per sapere se l’attacco di Salamut ha radici religiose”.

Mons. Morcos, vescovo della Chiesa copta a Salamut, afferma di aver parlato con alcuni testimoni dell’attacco. “Questo pazzo è andato avanti e indietro sul treno cercando dei cristiani. Vedendo un gruppo di donne e ragazze che non portavano il velo, ha pensato che fossero cristiane e ha sparato, gridando ‘Allahu Akbar’ (Dio è grande)”. In seguito alcune centinaia di copti si sono radunati davanti all’ospedale del Buon Pastore a Salamut, dove sono ricoverati i feriti, e si sono scontrati con la polizia, che ha risposto con il lancio di lacrimogeni.

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