07/05/2010, 00.00
INDIA
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Ragazza islamica accusa la scuola cristiana di discriminazione: esplode la protesta

di Nirmala Carvalho
I genitori dicono che la ragazza è stata cacciata perché indossa il velo. I responsabili della scuola lo negano e indicano che decine di loro studentesse lo portano. Ma i leader islamici cavalcano la protesta e chiedono indagini contro tutte le attività cristiane.

New Delhi (AsiaNews) – Proteste degli  islamici, dopo che la Scuola media inglese di Gurupuram (distretto di Alappuzha) guidata dai cristiani Believers Church ha dato alla studentessa Nabala il Transfer Certificate per farle cambiare istituto. I genitori protestano che la figlia è stata discriminata perché indossa il velo islamico. Ora è intervenuto anche il governo del Kerala, chiedendo alla scuola di riammettere la ragazza e sono in corso indagini della polizia. Intanto i dirigenti islamici cavalcano la protesta e cercano di fare esplodere un caso esemplare.

Nazeer Musliar, padre di Nabala e Imam di una moschea del luogo, ha tenuto una conferenza stampa e ha detto che indossare il velo è un diritto personale e un dovere religioso fondamentali.

Durissima la presa di posizione di Khan Shahjahan, presidente dell'organizzazione islamica Aikyadevi, che accusa la dirigenza della scuola di non rispettare la cultura democratica, pluralista e secolare della Nazione. Pur lodando l’opera dei missionari cristiani nei campi dell’istruzione e della sanità, egli accusa certe Chiese di nuova generazione di creare divisioni sociali che nel tempo potrebbero aggravarsi e ha invocato una generale inchiesta del governo su tutte le attività di queste nuove Chiese e sui loro finanziamenti.

T.K. Syed Mohammed, presidente dell'organizzazione islamica Juma-at-e-Islami, insiste a propria volta che in un Paese laico e democratico come l’India nessun individuo o ente può negare il diritto di una ragazza islamica di indossare il velo.

Le proteste non provengono solo da gruppi islamici:  il Popular Front of India, lo Students Federation of India, il Kerala Studenrs Union, il Solidarity Youth Movement hanno organizzato marce di protesta fino alla scuola.

Le autorità della scuola negano di avere cacciato la ragazza, insistono che c’è piena libertà di indossare il velo, dicono che il Tc è stato chiesto dai suoi genitori dopo che lei era stata promossa al 10° livello, che sono i suoi genitori a volerle cambiare scuola mentre loro sono pronte a riprenderla subito. Il Tc è il certificato comunque necessario per il trasferimento dello studente a un altro istituto. Il responsabile della Chiesa Lebi Philip Mathew riferisce che sono stati proprio i genitori di Nabala a chiedere alle autorità scolastiche di indicare il velo come ragione del trasferimento.

Il Believers Church Education Officer Philippose Poulose in un comunicato ha ricordato che nella scuola ci sono oltre 150 studentesse islamiche e che la maggioranza indossa il velo. Chiede che sia svolta un’indagine obiettiva da un’autorità indipendente.

Ma i leader islamici non accettano alcuna spiegazione: Syed Mohammed parla addirittura di spiegazioni non veritiere di certe scuole di quartiere che ora affermano di non avere mai imposto restrizioni alle ragazze islamiche. Intanto si moltiplicano, da parte delle autorità anche pubbliche, le dichiarazioni di solidarietà alla ragazza e di dura condanna alla scuola.

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