18/04/2018, 08.54
SIRIA - A. SAUDITA - USA
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Riyadh pronta a inviare truppe in Siria sotto la copertura Usa

L’obiettivo dei sauditi è partecipare a una forza internazionale con l’obiettivo di “stabilizzare” il Paese. Per il ministro saudita degli Esteri la proposta non è “un fatto nuovo”. Trump vorrebbe creare una forza araba che sostituisca i militari Usa sul terreno. Oggi gli ispettori dell’Opcw pronti a visitare Douma. 

 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Il ministro saudita degli Esteri Adel al-Jubeir ha rilanciato l’impegno militare del Paese in Siria, affermando che Riyadh è pronta a inviare proprie truppe sul terreno. L’obiettivo, spiega il capo della diplomazia del regno, è quello di prendere parte a una missione internazionale “a guida statunitense” con l’obiettivo di “stabilizzare” il Paese arabo teatro da sette anni di un conflitto sanguinoso. 

“Ne stiamo discutendo con gli Stati Uniti” ha dichiarato al-Jubeir durante una conferenza stampa a Riyadh, alla presenza del segretario generale Onu Antonio Guterres.  “Fin dall’inizio della crisi siriana [nel 2011] - ha aggiunto - stiamo valutando l’opportunità di inviare forze”.

Un commento che segue le voci emerse dall’amministrazione americana, secondo cui il presidente Donald Trump stia cercando di assemblare una forza araba che prenda il posto dei militari Usa sul terreno. All’interno del contingente vi sarebbero, fra gli altri, truppe dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti (Eau). L’obiettivo di questa missione, spiegano fonti della Casa Bianca, sarebbe quella di “stabilizzare il nord-est del Paese” dopo la sconfitta dello Stato islamico (SI, ex Isis).

In queste ore il neo consigliere per la sicurezza nazionale, il falco anti-iraniano John Bolton, avrebbe contattato il capo dei servizi egiziano Abbas Kamal, nel tentativo di convincere il Cairo a prendere parte all’iniziativa militare. 

Tuttavia, il ministro saudita degli Esteri ha voluto precisare che la proposta di inviare truppe in Siria nel contesto di una coalizione internazionale non è un “fatto nuovo”. Riyadh aveva già avanzato  all’amministrazione Obama la disponibilità all’invio di militari e forze saudite in Siria. E lo stesso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, numero due del Paese, aveva dato la disponibilità del regno a partecipare a una azione militare in Siria. 

Le voci di una possibile presenza militare saudita in Siria giungono in un momento di forte tensione in Siria, dove sembra essersi inasprita la guerra per procura fra potenze in seguito al presunto attacco con armi chimiche dell’esercito governativo a Douma, nella Ghouta orientale. L’attacco, smentito da russi e siriani, ha provocato la risposta congiunta di Stati Uniti, Francia e Regno Unito, con una serie di raid nel fine settimana scorso che hanno innescato una escalation della tensione. Oggi gli ispettori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) - da qualche giorno a Damasco - dovrebbero accedere all’area teatro dell’attacco, per verificare la presenza di tracce che confermino (o smentiscano) l’uso di cloro o gas nervino.

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