09/10/2015, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka, sindacati e attivisti per difendere i lavoratori domestici

di Melani Manel Perera
Il progetto lanciato in occasione della Giornata mondiale per il lavoro dignitoso. Sindacalista: “I lavoratori domestici esposti a soprusi e violenze da parte dei datori”. Lo scopo del progetto è “dare loro valore, dignità, protezione e rispetto”.

Colombo (AsiaNews) – Nello Sri Lanka ci sono circa 87mila lavoratori domestici, di cui quasi 60mila donne. La maggior parte non ha contratti di lavoro regolari e non gode di protezione legislativa e rappresentanza sindacale. Per questo, in occasione della Giornata mondiale per il lavoro dignitoso, che si è celebrata il 7 ottobre, il Solidarity Center e il Ceylon Mercantile, Industrial and General Workers’ Union [Cmu, uno dei più grandi sindacati nel settore commerciale del Paese – ndr] hanno deciso di dare avvio ad un programma per fornire aiuto e migliorare la condizione dei collaboratori domestici del Paese. Sylvester Jayakody (v. foto), segretario generale Cmu, spiega ad AsiaNews: “La protezione dei lavoratori domestici è diventata una necessità non più prorogabile. Spesso essi vengono sfruttati dai datori, ricevono bassi salari, lavorano per molte ore e subiscono molestie e violenze fisiche. Dobbiamo concentrarci sull’organizzazione, per assicurare condizioni di lavoro dignitose”.

Il programma si chiama “Empowering and Organizing Domestic Workers” (rafforzare e organizzare i lavoratori dometici). “Nel nostro paese – dice il sindacalista – ci sono centinaia di pubblicità che si rivolgono ai collaboratori domestici. Questo è il momento migliore per organizzarli nel modo giusto, rendere dignità alla loro professione all’interno della società”. “Oggi assistiamo a frequenti fenomeni di maltrattamenti. Assicurare loro protezione in quanto esseri umani, risponde agli obiettivi del nostro stesso sindacato, che non è solo unione di lavoratori. La nostra prima responsabilità è renderli più forti e proteggerli. Per adesso, quindi, iniziamo con dei seminari in cui spieghiamo la nostra missione”.

Il Segretario generale spiega come all’estero i lavoratori domestici siano tutelati da leggi apposite e sindacati autonomi mediano le loro istanze davanti ai governi. “Tutto questo in Sri Lanka non avviene. Anche noi – ammette – in quanto Cmu ci siamo interessati poco del settore. Ma adesso iniziamo il programma con il Solidary Center”.

Jayakody conclude: “Ha un valore impareggiabile vivere e mantenersi nel proprio Paese piuttosto che andare a lavorare all’estero, lontano dalla famiglia e dagli affetti. Non solo, di frequente chi va all’estero deve anche pagare le agenzie interinali che procurano i posti di impiego. A volte devono dare l’equivalente del primo mese di stipendio. Il nostro scopo è diverso. Vogliamo dare valore, dignità, protezione e rispetto”. Il costo della formazione dipenderà dallo stipendio personale di ogni lavoratore: per esempio, chi guadagna 5mila rupie srilankesi al mese [31 euro] pagherà 25 rupie [0,15 euro]; chi guadagna 30mila rupie [190 euro] pagherà 175 rupie [1,10 euro].

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